Renato Zero contro Giorgia Meloni: “Votate la m***a che siete”
| Politica
Domenica notte, rientrando all’hotel Parco dei Principi di Roma, Renato Zero ha sparato a zero su Giorgia Meloni riversando la propria rabbia sui giornalisti: “S***zi”, “Votate la merda che siete”.
Renato Zero contro Giorgia Meloni: “Votate la m***a che siete”
Domenica notte, rientrando all’hotel Parco dei Principi di Roma, Renato Zero ha sparato a zero su Giorgia Meloni riversando la propria rabbia sui giornalisti: “S***zi”, “Votate la merda che siete”.
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Renato Zero contro Giorgia Meloni: “Votate la m***a che siete”
Domenica notte, rientrando all’hotel Parco dei Principi di Roma, Renato Zero ha sparato a zero su Giorgia Meloni riversando la propria rabbia sui giornalisti: “S***zi”, “Votate la merda che siete”.
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AUTORE: Giovanni Palmisano
Lo sfogo di Renato Zero contro Giorgia Meloni nella calda nottata dello spoglie è diventato virale e deve far riflettere. Rientrato all’hotel Parco dei Principi di Roma dopo il suo concerto al Circo Massimo, purtroppo per lui – evidentemente avverso a FdI e a Giorgia Meloni – nello stesso albergo si stava riunendo il comitato elettorale di Fratelli d’Italia per seguire lo scrutinio che li stava decretando vincitori.
Va da sé che fuori da quell’hotel ci fossero tantissimi giornalisti, in piedi e concitati da ore, per fare il proprio lavoro. Probabilmente avrebbero anche fatto una domanda al Renatone nazionale, se ce ne fosse stato modo. Invece, il cantante romano, scendendo dall’auto, ha subito sbottato: “Neanche più in albergo si va? Questo è un regime, s****zi! Votate la merda che siete”. Nel tentativo di non essere riconosciuto si è malamente coperto il volto ma le sue frasi sono state ben chiare e soprattutto intercettate da qualcuno con una videocamera.
A Renato Zero, evidentemente, non piace la sua concittadina Giorgia Meloni. Questo è del tutto legittimo. Ma, soprattutto se si è un personaggio così popolare, è indispensabile soppesare quello che si dice e rispettare il lavoro di tutti. L’associazione giornalista-tifoso, già oltremodo diffusa tra la gente, è aberrante. Pensare che quei giornalisti siano lì perché tifino Giorgia Meloni, e non per lavoro, è assurdo. È a ben vedere un’associazione che tradisce una società sempre più superficiale e polarizzata.
Pochi giorni fa, per una questione per certi versi simile, è finita sulle cronache Laura Pausini. In quel caso, la cantante aveva preferito non intonare la canzone “Bella Ciao” perché – secondo lei – “troppo politica”. Renato Zero ha scelto di eccedere dall’altra parte, per di più fuoriuscendo dalla politica, buttando, cieco di rabbia, i giornalisti nello stesso calderone.
Nelle prime uscite pubbliche da leader in pectore, Meloni ha calmato i toni. Ma, bisogna essere chiari, la politica da sola non basta. Proprio perché siamo in democrazia sarebbe auspicabile che diventi un’abitudine non solo della classe politica, ma di ogni cittadino. Soprattutto di quelli più noti. Soprattutto se si è incantato un intero Paese con poesie di amore e libertà.
Di Giovanni Palmisano
A Renato Zero, evidentemente, non piace la sua concittadina Giorgia Meloni. Questo è del tutto legittimo. Ma, soprattutto se si è un personaggio così popolare, è indispensabile soppesare quello che si dice e rispettare il lavoro di tutti. L’associazione giornalista-tifoso, già oltremodo diffusa tra la gente, è aberrante. Pensare che quei giornalisti siano lì perché tifino Giorgia Meloni, e non per lavoro, è assurdo. È a ben vedere un’associazione che tradisce una società sempre più superficiale e polarizzata.
Pochi giorni fa, per una questione per certi versi simile, è finita sulle cronache Laura Pausini. In quel caso, la cantante aveva preferito non intonare la canzone “Bella Ciao” perché – secondo lei – “troppo politica”. Renato Zero ha scelto di eccedere dall’altra parte, per di più fuoriuscendo dalla politica, buttando, cieco di rabbia, i giornalisti nello stesso calderone.
Nelle prime uscite pubbliche da leader in pectore, Meloni ha calmato i toni. Ma, bisogna essere chiari, la politica da sola non basta. Proprio perché siamo in democrazia sarebbe auspicabile che diventi un’abitudine non solo della classe politica, ma di ogni cittadino. Soprattutto di quelli più noti. Soprattutto se si è incantato un intero Paese con poesie di amore e libertà.
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