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Pugno chiuso Trump

ReVisioni politiche

Tante posture e parole d’ordine hanno traslocato da sinistra a destra e viceversa. Un’analisi di quel che unisce le due fazioni politiche nelle democrazie occidentali

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Tante posture e parole d’ordine hanno traslocato da sinistra a destra e viceversa. Un’analisi di quel che unisce le due fazioni politiche nelle democrazie occidentali

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Tante posture e parole d’ordine hanno traslocato da sinistra a destra e viceversa. Un’analisi di quel che unisce le due fazioni politiche nelle democrazie occidentali

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Tante posture e parole d’ordine hanno traslocato da sinistra a destra e viceversa. Un’analisi di quel che unisce le due fazioni politiche nelle democrazie occidentali

Se ieri avessi salutato con il pugno chiuso mi sarei qualificato come esponente della sinistra, se lo facessi oggi sarebbe il verso al trumpismo di destra. Che uno sia il pugno sinistro e l’altro il destro è dettaglio trascurabile. Se saluto con rispetto e senza smanacciare o sbaciucchiare – ieri come oggi – dalla sinistra e dalla destra ideologiche sono catalogato come esponente della borghesia esangue, dalla parte dei privilegiati. Una bischerata, certo. Non è la sola, ma una segnalazione del trasloco di tante posture e parole d’ordine da sinistra a destra.

Trump è sicuramente il candidato della destra, oggi occupante un Partito repubblicano lontano dalla sua storia e natura. Presto sapremo chi sarà il candidato del Partito democratico, che con una buona dose di fantasia può essere indicato come la sinistra americana. Partecipare alla riffa delle previsioni sul vincitore lascia il tempo che trova. Più interessante è osservare quel che unisce le destre e le sinistre nelle democrazie occidentali: oggi sono le destre a essere portatrici di una visione (come un tempo lo furono le sinistre), mentre le sinistre odierne portano le cose già viste. Che le visioni – ieri come oggi – siano spesso allucinazioni e le cose già viste contengano non poco di buono è una costante, ma è indubbio che le prime siano più suggestive delle seconde.

Le destre agitano il mito di un passato mai esistito, sostanzialmente incentrato sull’essere padroni in casa propria e, per gli Usa, nell’essere una potenza imperiale. Ma quella potenza non è mai stata tanto grande come dal 1990 in poi. Prima di allora erano una delle due potenze globali, poi sono rimasti la sola. Un tempo era rosso gran parte del mondo asiatico e la Russia dominava mezza Europa, espandendo la propria influenza in America Latina. Oggi la Russia non riesce a impadronirsi dell’Ucraina e ha perso l’Europa, mentre la Cina si espande con la potenza commerciale, usando il militare nell’area del Pacifico. Quando mai la potenza Usa era più grande? L’evocazione si riferisce tutta a quel che accade all’interno, dove la destra – come accade anche da noi – riprende le parole della sinistra ideologica di ieri: dal pacifismo acquiescente con gli imperialismi altrui alla rappresentanza degli ultimi. Anche qui attingendo al patrimonio sinistro.

La destra di prima credeva nell’impegno e nella responsabilità individuali. Margaret Thatcher diceva che non esiste la società, esistono gli individui. Ronald Reagan sosteneva che lo Stato (la spesa pubblica) non fosse la soluzione, ma il problema. Mentre la sinistra parlava delle colpe sociali, della responsabilità del sistema, agitando un futuro non meno mitico del passato oggi in mano alla destra. Solo che si sono scambiati gli approcci: ora è la destra che ti mette davanti al drogato e ti dice che è il sistema ad averlo discriminato, come ieri faceva la sinistra. Che, magari, avrebbe potuto evitare di drogarsi è presa come obiezione fighetta e privilegiata, ma è anche quella con cui funzionano meglio le comunità di recupero: ti insegno a lavorare e far soldi, non ti consolo e accudisco in quanto derelitto.

Trump che se la prende con Wall Street è cosa curiosa, ma da miliardario riprende i canoni della sinistra che condannava la logica del profitto, il consumismo e il liberismo, naturalmente ‘selvaggio’. Che siano stati gli strumenti per la crescita del tenore di vita di tutti è obiezione rifiutata sul piano morale, essendo inconfutabile su quello pratico. I disoccupati come «esercito di riserva» erano i nemici del sindacalismo di sinistra, gli immigrati diventano i nemici del populista di destra. Repressione del caporalato ed esigenze del sistema produttivo, che genera ricchezza per tutti, restano sullo sfondo.

Le visioni hanno fatto trasloco e al mondo delle sinistre son rimaste solo le cose già viste. Se obietti richiamando la realtà sei un esponente delle élite che hanno studiato (manco fosse una colpa). Effetti del benessere che usa il malessere e trascura i mali.

Di Davide Giacalone

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