La revoca dello sciopero dei benzinai non basta
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La revoca dello sciopero dei benzinai, o meglio del suo secondo giorno, non basta. Già si intravede un’altra polemica all’orizzonte

La revoca dello sciopero dei benzinai non basta
La revoca dello sciopero dei benzinai, o meglio del suo secondo giorno, non basta. Già si intravede un’altra polemica all’orizzonte
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La revoca dello sciopero dei benzinai non basta
La revoca dello sciopero dei benzinai, o meglio del suo secondo giorno, non basta. Già si intravede un’altra polemica all’orizzonte
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AUTORE: Fulvio Giuliani
È finita decisamente male (anche se bene, con la revoca della seconda giornata di sciopero) la vicenda dei benzinai e della loro agitazione, contro le misure varate dal governo per tenere sotto controllo i prezzi dei carburanti.
Sott’occhio, per meglio dire, visto che pietra dello scandalo è l’esposizione del prezzo medio praticato in Italia, al fianco dei prezzi dei singoli gestori.
Perché i benzinai si sono sentiti nel centro del mirino, dopo la maldestra gestione mediatica – e siamo buoni – della questione rincari.
Se non c’è dubbio, infatti, che maggioranza e governo si siano infilati in un cul de sac per certi aspetti ridicolo, che ancora oggi non capiamo l’esigenza di urlare ai quattro venti di una “speculazione” ai danni dei cittadini – salvo poi scoprire che non c’era stato nessun aumento diverso dalla fine dei tagli delle accise e che i mitologici picchi del ‘servito’ in autostrada sono tanto reali quanto poco indicativi – anche la reazione dei benzinai sembra fatta apposta per alienare simpatie e comprensione.
Non ci vuole un genio per mettersi nei panni dell’automobilista medio, già alle prese con un prezzo severo di benzina e diesel, che si è in più ritrovato oggetto del contendere nel braccio di ferro fra governo e rappresentanti sindacali dei gestori. Insomma, non solo paghiamo tanto, ma dobbiamo fare anche la fila per prevenire gli scioperi.
Ne scrivemmo nel pieno dei giorni della grande caccia ai furbetti della pompa e lo ripetiamo oggi: cercare a tutti costi il “colpo” mediatico, l’immagine a effetto per garantirsi visibilità social e giornalistica è il vizio di chi confonde costantemente politica e propaganda, ma quando sei al governo fa molto più male. A te stesso, al dibattito pubblico e in definitiva al Paese.
Negli ultimi mesi l’abbiamo sperimentato più volte, sullo sfondo di una “crisi” evocata quasi a mettere le mani avanti: dalle surreali polemiche sul contante a quelle sul Pos, per finire ai benzinai.
A dispetto del freddo di questo fine gennaio, già si intravede un’altra bella polemica sui balneari, tanto per piazzare l’ennesima bandierina e chiudere gli occhi davanti alla realtà e agli interessi dei cittadini-clienti. Anche basta.
Di Fulvio Giuliani
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