Ribaltare
Il quadro schizzato dal presidente americano è all’evidenza privo di senso, ma suggestivo nel ricongiungere la destra sovranista agli ideali del socialismo statalista.

Ribaltare
Il quadro schizzato dal presidente americano è all’evidenza privo di senso, ma suggestivo nel ricongiungere la destra sovranista agli ideali del socialismo statalista.
Ribaltare
Il quadro schizzato dal presidente americano è all’evidenza privo di senso, ma suggestivo nel ricongiungere la destra sovranista agli ideali del socialismo statalista.
In attesa di giocarsi al Lotto le aliquote delle tariffe trumpiane, sperando che in questo festival delle cifre a caso non si superi il 90% – il che comporterebbe la necessità (come nel caso dell’iperbolico 250% ipotizzato per i farmaci) di scomporre il numero per renderlo giocabile – taluni possono approfittare dell’occasione per riproporre di ribaltare il tavolo. Per vedere l’effetto che fa.
Sovranismo e socialismo statalista
Il quadro schizzato dal presidente americano è all’evidenza privo di senso, ma suggestivo nel ricongiungere la destra sovranista agli ideali del socialismo statalista. Egli difatti pone la condizione che l’Unione Europea investa 600 miliardi di dollari in tre anni, ma – sia in quel lasso di tempo che in ogni altro che voglia fissare – l’Ue non investirà un centesimo. In un’economia di mercato gli investimenti li fanno i soggetti privati o che privatisticamente e liberamente agiscono nel mercato, mentre la spesa pubblica dovrebbe essere destinata ai servizi pubblici, per giunta rinunciando a farlo in quei campi in cui il mercato è in grado di provvedere meglio e per i fatti suoi. Una volta queste cose le insegnavano, negli Stati Uniti.
Alcune cose, come la difesa, dipendono dalla spesa pubblica, ma anche nel caso di armi ordinate negli Usa si tratterebbe di acquisti e non di investimenti. E compreremo, perché in certi settori siamo scoperti e oltre a provvedere alla nostra difesa dobbiamo rifornire, qui e ora, la resistenza ucraina. Ma gli investimenti dovremo farli per cancellare quelle scoperture, facendo crescere campioni europei che, per forza di cose, saranno in concorrenza con gli americani. Ergo quel quadro apre la galleria dell’arte dell’assurdo.
Ribaltare, un’occasione contro l’autolesionismo
Ma veniamo all’occasione per ribaltare. Sono settimane che – con ottusa pervicacia – politici, professori e commentatori a vario titolo sparano a palle incatenate sulla Commissione europea e su von der Leyen. Sono settimane che va avanti lo sport autolesionista di chi non se la prende con l’esterno che produce il danno, ma con l’interno che non lo cancella. Magicamente. La tedesca si è piegata, si è umiliata, ci ha tutti svenduti e ha ottenuto soltanto una tariffa del 15%. Bene, cioè male: ora mandate tutto all’aria, approfittate dell’inaffidabilità di Trump e avviate una bella guerra commerciale, a testa alta e con la schiena dritta. Se non succederà è perché quelle critiche erano vigliacche prima che ingenerose, si esercitavano dando per scontato un accordo che scontato non era. Come qui ci era capitato di osservare.
Il conflitto economico e i suoi effetti
Gli effetti di un conflitto di quel tipo si ribalterebbero sui produttori europei, che dalle tariffe trumpiane erano sì fortemente danneggiati ma non spinti fuori mercato. La convenienza a esportare era stata conservata e il tempo guadagnato dev’essere utilizzato per aprire altre aree di libero scambio (oltre che per far crescere la produttività, dare luogo a un vero mercato unico dei capitali e, quindi, a campioni finanziari e produttivi di dimensione europea). Ci si pensa mille volte prima di far saltare tutto, specie nei confronti di un alleato cui ancora si deve la propria sicurezza.
Basta attribuire tutte le colpe all’UE
Se non avranno il coraggio di chiedere il ribaltamento, allora dev’essere ribaltato l’atteggiamento degli europei: basta con la miseria politica di attribuire all’Ue tutte le colpe, perché non soltanto è falso: è anche suicida. Ovvio che molte cose non vanno, ma esistono rimedi immediatamente praticabili, come la cooperazione rafforzata in tema di difesa, allungando lo sguardo oltre la Manica.
Per il resto, finché la Casa Bianca avrà quell’inquilino e finché conserverà la maggioranza parlamentare, non ci sarà modo di avere accordi stabili e credibili. Si camperà alla giornata e si camperà male. Ma non siamo noi ad avere creato il danno e possiamo soltanto contenerlo. Mentre il servizio che possiamo (e dobbiamo) fornire alla democrazia americana è dimostrare che cresceremo in difesa e apriremo nuovi mercati, aiutando gli statunitensi a rendersi conto che si stanno rimpicciolendo ancora e non ingrandendo di nuovo.
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