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Riforma giustizia, il Senato approva: il contenuto

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La riforma della giustizia passa al Senato. In autunno sono previste le letture confermative. Il referendum popolare è atteso nella primavera 2026.

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La riforma della giustizia passa al Senato. In autunno sono previste le letture confermative. Il referendum popolare è atteso nella primavera 2026.

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Riforma giustizia, il Senato approva: il contenuto

La riforma della giustizia passa al Senato. In autunno sono previste le letture confermative. Il referendum popolare è atteso nella primavera 2026.

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Separazione delle carriere dei magistrati giudicanti e requirenti, riforma del Csm con la creazione di due diversi organi di autogoverno e istituzione di un’Alta Corte disciplinare. Sono i pilastri della riforma costituzionale della magistratura che ha incassato ieri – con 106 voti a favore, 61 no e 11 astenuti – il via libera dell’Aula del Senato. Il testo di riforma costituzionale, già approvato a gennaio scorso dalla Camera -per la prima delle quattro letture previste – dopo il via libera di ieri, dovrà fare altri due passaggi parlamentari, di nuovo alla Camera e poi a Palazzo Madama, non prima di tre mesi, con il quorum del voto che sarà fissato ai 2/3 dell’Aula, per poter evitare il passaggio referendario per la conferma. Ma il referendum, ritenuto probabile, è atteso per la prossima primavera. La riforma costituzionale, che modifica alcuni articoli della Costituzione, prevede ”distinte carriere dei magistrati giudicanti e requirenti” e istituisce due diversi organi di autogoverno: “Il Consiglio superiore della magistratura giudicante e il Consiglio superiore della magistratura requirente” presieduti dal presidente della Repubblica. Secondo la riforma sono membri di diritto del Consiglio superiore della magistratura giudicante e del Consiglio superiore della magistratura requirente, rispettivamente, il primo presidente della Corte di Cassazione e il procuratore generale della Corte di Cassazione. 

Gli altri componenti sono estratti a sorte, per un terzo, da un elenco di professori ordinari di università in materie giuridiche e di avvocati con almeno quindici anni di esercizio, che il parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione, e, per due terzi, rispettivamente, tra i magistrati giudicanti e i magistrati requirenti. Ciascun Consiglio elegge il proprio vicepresidente tra i componenti designati mediante sorteggio dall’elenco compilato dal parlamento in seduta comune. I componenti designati mediante sorteggio durano in carica quattro anni e non possono partecipare alla procedura di sorteggio successiva. I componenti non possono, finché sono in carica, essere iscritti negli albi professionali né far parte del parlamento o di un consiglio regionale. Altra novità è poi la creazione di “un’Alta Corte disciplinare” alla quale è attribuita la giurisdizione disciplinare verso i magistrati ordinari, giudicanti e requirenti. 

L’Alta Corte è composta da quindici giudici: tre dei quali nominati dal presidente della Repubblica tra professori ordinari di università in materie giuridiche e avvocati con almeno venti anni di esercizio e tre estratti a sorte da un elenco di soggetti in possesso dei medesimi requisiti, che il Parlamento in seduta comune, entro sei mesi dall’insediamento, compila mediante elezione e sei magistrati giudicanti e tre requirenti, estratti a sorte tra gli appartenenti alle rispettive categorie con specifici requisiti. La riforma della giustizia prevede la possibilità di impugnare le sentenze dell’Alta Corte davanti allo stesso organismo, che giudica in composizione differente rispetto al giudizio di prima istanza.

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