
Roberto Benigni, il Manifesto di Ventotene e le coincidenze straordinarie
Se Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai Uno, siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene
Roberto Benigni, il Manifesto di Ventotene e le coincidenze straordinarie
Se Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai Uno, siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene
Roberto Benigni, il Manifesto di Ventotene e le coincidenze straordinarie
Se Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai Uno, siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene
Se Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai Uno, siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene
È tutto molto semplice e anche alquanto affascinante. Se la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni sapeva dei contenuti dello spettacolo di Roberto Benigni ieri sera su Rai Uno, siamo autorizzati a pensare che abbia voluto giocare d’anticipo con la sua critica ad alcuni dei passaggi del Manifesto di Ventotene. Mettere i puntini sulle “i” dal suo punto di vista e per il popolo sovranista, pur rischiando la bagarre di ieri in Parlamento. In vista dell’appassionata, emozionante e trascinante orazione per l’Europa e sull’Europa del premio Oscar. Fantapolitica? Può darsi.
Se non ne sapeva nulla, siamo in presenza di una di quelle straordinarie coincidenze che rendono la vita intrigante. E degna di essere vissuta e ammirata.
Di sicuro, comunque sia andata, le parole di Roberto Benigni hanno tracciato un solco profondo di verità e giustizia. La verità e giustizia per Il Sogno – titolo del lunghissimo monologo del fuoriclasse toscano – nato proprio con il Manifesto di Ventotene. E sviluppatosi sulle spalle di veri e propri giganti della nostra storia. Quelli più volte citati ieri sera su Rai Uno: Adenauer, De Gasperi, Schuman e Jean Monnet.
Per quella vera e propria città di luce, faro della democrazia e dei diritti che – a dispetto di tutte le letture più fuorvianti, false e offensive – l’Europa rappresenta per centinaia di milioni di donne e uomini in tutto il mondo.
Consentiteci di aggiungere la minuscola soddisfazione personale di aver sentito elencare da Roberto Benigni, fra i meriti storici del sogno dell’Europa unita, proprio quegli elementi che in questi nostri piccoli e insignificanti spazi ci siamo permessi di elencare negli ultimi sette giorni. Quanto è significato per la crescita economica e sociale dell’Italia il processo di integrazione europea. Il sentirsi sinceramente e intimamente europei dei nostri figli, il sogno di democrazia e libertà per tanti popoli.
In mezzo alle contumelie e agli sfottò di sempre, sempre uguali e sempre delle stesse persone. Le parole di Roberto Benigni ci hanno ricordato che non siamo per niente soli e reso ancor più convinti delle nostre idee.
di Fulvio Giuliani
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