Fra un anno si vota, ma avremo la solita scheda elettorale all’italiana: bianca. Schieramenti politici impazziti, con nomi, simboli e colori che cambieranno di continuo.
Fra un anno si vota. Ah, che soddisfazione tirare fuori dal cassetto il certificato elettorale e recarsi nella scuola più vicina, ritirare la scheda e la smunta matita copiativa, entrare nella cabina e mettere una bella croce sul… E qui viene il problema. Perché in Italia abbiamo sognato per alcuni anni di fare gli ‘americani’, loro repubblicani e democratici, noi centro-destra e centro-sinistra. Perché gira e rigira a noi italiani una cosa piace, in politica e non solo: stare al centro, che un po’ vuol dire tenere i piedi in due staffe. Però attenzione, perché le cose cambiano e si fanno sempre più complicate. Prendiamo come esempio la maionese. Facile a dirsi, difficile a farsi. Se la quantità d’olio è eccessiva e non si sbatte in modo abbastanza energico, la maionese impazzisce perché – ci spiegano gli chef che affollano tutti i canali tv da mane a sera – le molecole grasse sono troppo numerose per distribuirsi in modo uniforme fra quelle acquose. Chimica applicata in cucina.
Una volta, tanti anni fa, c’erano i partiti. I loro leader, fondatori, capi corrente e via dicendo provenivano da storie personali che avevano un comun denominatore – l’ideologia – che possiamo assimilare al corretto uso dell’olio nella preparazione della nostra maionese. Non voglio qui affermare che tutte le maionesi fossero buone e perfette, ogni tanto anche a quel tempo impazzivano. Però c’era il rimedio: in una ciotolina sbatti leggermente un tuorlo a temperatura ambiente, lo incorpori – una cucchiaiata alla volta e senza fermarti mai – nella maionese impazzita e, miracolo, recuperi il tutto salvando la tua maionese che è pure buona assai.
Oggi manca il tuorlo a temperatura ambiente, oppure c’è ma non lo sanno usare. Quindi la maionese, ovvero gli schieramenti politici che si vorranno sottoporre al nostro giudizio, rimarranno (ma forse potrebbero peggiorare) una maionese non solo impazzita ma anche (e ciò è ancor più grave) veramente schifosa, immangiabile, senz’altro indigesta. Il centro-destra? Sciolto come neve al sole, l’ha detto uno degli chef, Matteo Salvini. Il centro-sinistra? Più abili in cucina, capaci di impiattare anche una pietanza sgangherata e poco digeribile, ma tant’è: un centro storico, che nulla ha a che vedere con la politica ma con il target degli elettori, lo si trova sempre. Tanto sono tutti eredi delle terze e quarte file della vecchia Democrazia cristiana. Quello che accade nel Movimento Cinque Stelle lo vedete tutti: il loro capo, un avvocato, ha scritto male lo Statuto, forse perché ispirato non da un sommo giurista ma da un inimitabile comico in canotto. Rischiamo di avere tre movimenti.
Una cosa è certa. Avremo la solita scheda elettorale all’italiana: un lenzuolo. Con nomi, simboli e colori che cambieranno di continuo da qui a un anno. Non sarà facile trovare l’olio giusto e lo chef capace di rimediare con il tuorlo d’uovo a temperatura ambiente. Urgono corsi accelerati di cucina. E soprattutto chef con un poco di sale in zucca.
di Andrea Pamparana
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