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La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono separate e laddove non lo sono l’accusa dipende dal governo

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La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono separate e laddove non lo sono l’accusa dipende dal governo

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La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono separate e laddove non lo sono l’accusa dipende dal governo

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Completato il lavoro parlamentare si apre la corrida referendaria. Ne sentiamo e ne sentiremo di tutti i colori, spesso fuori tema. Gli aspetti tecnici sono importanti, ma ne vanno colte anche le suggestioni politiche, per non cadere nelle illusioni propagandistiche e non perdere lo spettacolo delle parti invertite. Il referendum sarà una tappa di crescita civile e culturale se l’elettorato di sinistra capirà che il merito appartiene alla propria cultura e se l’elettorato di destra capirà che si cresce abbandonando gli incubi del passato.

Il primo punto è quello della libertà dei magistrati, che taluni ritengono sia minacciata. Invece è più tutelata. Vanno garantite la libertà e l’indipendenza dalla politica – così come anche dalle pressioni dell’opinione pubblica e da un’informazione costantemente e orribilmente giustizialista – ma va anche garantita la libertà dai colleghi. Libertà e indipendenza devono essere di ciascun singolo magistrato, non della corporazione. E sono state umiliate da un sistema spartitorio che ha colonizzato il Consiglio superiore della magistratura e subordinato carriere e assegnazioni di sedi alle appartenenze correntizie. Nulla è perfetto, ma quella roba è il peggio. Che ora si cancella.

Lo strumento è il sorteggio al posto dell’elezione. Punto delicato. Se il Csm fosse un organo di rappresentanza l’idea del sorteggio sarebbe una bestemmia, ma se lo si interpreta come luogo di autodeterminazione organizzativa non si vede come un magistrato che è in grado di mandare un cittadino in galera (magari a vita) non debba esserlo di stabilire chi deve andare in un determinato posto a Bari. Se si pensa al Csm come luogo politico ci vogliono le correnti e le elezioni, ma se lo si pensa come è descritto nella Costituzione no. Il sorteggio nasce dall’orgia correntizia cui ci si era ridotti.

Questa non è una riforma di destra, sebbene sia stata votata dalla destra. Si tratta del compimento di un disegno avviato con la riforma del Codice di procedura penale e l’introduzione del processo accusatorio, che porta la firma di Giuliano Vassalli: socialista, eroe della Resistenza, medaglia d’argento al valor militare per la guerra al nazifascismo. Tanto che la separazione delle carriere era sostenuta dalla sinistra, nel mentre la destra se ne stava a festeggiare l’inquisizione sui gradini del Tribunale di Milano o a sventolare il cappio in Parlamento. Una destra che offrì un posto da ministro ad Antonio Di Pietro, il quale furbescamente lo accettò dalla sinistra.

Prima di lanciarsi nel suicido culturale di una cieca campagna del rifiuto, la sinistra si chieda cosa mai potrà guadagnare da eventuali vittorie al seguito dell’Associazione nazionale magistrati e di Maurizio Landini. Mentre immagino abbiano già un’idea circa le conseguenze della sconfitta. Da cittadino consapevole che la democrazia funziona se c’è sempre un’alternativa di governo, spero che su questo scoglio la sinistra si divida e spappoli, così guadagnandosi un futuro.

La riforma cancella l’eccezione mondiale, perché in tutti i sistemi accusatori le carriere sono separate e laddove non lo sono l’accusa dipende dal governo. Vale la pena ricordare che qualora fosse approvata l’altra riforma costituzionale della destra, intitolata al premierato, torneremmo a essere eccezione mondiale, adottando uno schema sconosciuto alle democrazie.

La riforma non risolve i problemi della giustizia, non intacca le lentezze, non affronta il tema della responsabilità. Ma produce credibilità e stronca il vizio immondo di considerare ‘giustizia’ l’avvio dell’accusa anziché l’approdo del giudizio. Una cosa gli elettori di sinistra tengano a mente: se si ferma questa non si fanno le altre cose necessarie. Una cosa non dimentichino gli elettori di destra: se non sosterranno la riforma ripiomberanno indietro.

Non ci fingiamo ingenui, sappiamo che la campagna radicalizzerà lo scontro e lo politicizzerà. Ma sappiano anche che la politica senza attenzione ai contenuti è un po’ troppo opera dei pupi.

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