Conferenza mondiale delle democrazie
| Politica
Il summit per la democrazia convocato dagli Stati Uniti, non includerà Cina, Russia, Egitto e Turchia. Una sfida lanciata dal presidente Biden agli autoritarismi nel mondo che ha inevitabilmente generato malcontento tra gli esclusi.
Conferenza mondiale delle democrazie
Il summit per la democrazia convocato dagli Stati Uniti, non includerà Cina, Russia, Egitto e Turchia. Una sfida lanciata dal presidente Biden agli autoritarismi nel mondo che ha inevitabilmente generato malcontento tra gli esclusi.
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Conferenza mondiale delle democrazie
Il summit per la democrazia convocato dagli Stati Uniti, non includerà Cina, Russia, Egitto e Turchia. Una sfida lanciata dal presidente Biden agli autoritarismi nel mondo che ha inevitabilmente generato malcontento tra gli esclusi.
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AUTORE: Aldo Smilzo
Che da un summit per la democrazia convocato dagli Stati Uniti (per il 9 e il 10 dicembre prossimi), con ben 110 Paesi invitati all’evento, siano esclusi la Cina, la Russia, l’Egitto e la Turchia non è una contraddizione logica. Anzi. Va da sé, però, che sia naturale aspettarsi che gli esclusi non stiano ad applaudire il mancato invito.
La Cina già si lamenta con forza perché tra gli invitati al vertice ci sarà Taiwan e lei no. La Russia solidarizza con la Cina e protesta a sua volta per l’esclusione. Egitto e Turchia non sono certo felici, considerata anche la presenza nella Nato della Turchia.
I temi all’ordine del giorno del vertice saranno la difesa dall’autoritarismo, la lotta alla corruzione, la promozione del rispetto dei diritti umani e la difesa dei diritti violati dai regimi. Un elenco ambizioso che di per sé è già un programma politico. Una sfida lanciata dal presidente Biden agli autoritarismi nel mondo.
Una tenzone che però non può non tenere conto – in nome del realismo politico necessario – del mondo multipolare che da molti anni stiamo vivendo. Se da un vertice globale di questa importanza si escludono Cina, Russia, Turchia ed Egitto, una cosa deve essere chiara: in un’epoca segnata da Paesi democratici contro Paesi autoritari non saranno più decisive le alleanze militari per come le abbiamo conosciute sinora bensì il comune denominatore delle libertà. Se così sarà, per la geopolitica del mondo si tratta di una rivoluzione. Prenderne atto e vedere come andrà a finire.
di Aldo Smilzo
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