Scappano dall’Afghanistan
| Politica
È bastato mettere in giro la richiesta di volontari nelle zone terremotate, che in Afghanistan c’è stata la corsa a iscriversi. Per scappare dai talebani più che per soccorrere
Scappano dall’Afghanistan
È bastato mettere in giro la richiesta di volontari nelle zone terremotate, che in Afghanistan c’è stata la corsa a iscriversi. Per scappare dai talebani più che per soccorrere
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Scappano dall’Afghanistan
È bastato mettere in giro la richiesta di volontari nelle zone terremotate, che in Afghanistan c’è stata la corsa a iscriversi. Per scappare dai talebani più che per soccorrere
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AUTORE: Sofia Cifarelli
Per gli amanti dell’autoflagellazione occidentale il ritiro dall’Afghanistan, nell’agosto del 2021, fu un’occasione imperdibile. Si svolse, effettivamente, in modo imbarazzante. Peccato che i flagellanti fossero gli stessi, alimentati dalle medesime fonti, che fino a quel momento avevano lamentato – a seconda delle propensioni e dei gusti – o l’occupazione militare di quel Paese o i costi che quella presenza comportava per i contribuenti.
Chi, invece, l’autoflagellazione non la gradisce affatto e sa bene che non siamo il migliore dei mondi possibili ma lo siamo degli esistenti, ha posto maggiore attenzione a quel che è successo dopo, compresa la proibizione per le ragazze di prendere parte a un’educazione scolastica che superi la mera alfabetizzazione. E le stesse imbarazzanti fughe di quell’agosto dimostravano che una fetta rilevante degli afghani aborrivano i talebani.
È passato del tempo, si tende a voltare pagina e dimenticare. Ma è bastato che si mettesse in giro la voce secondo cui si stavano cercando volontari da mandare nelle zone terremotate e specificamente in Turchia, che c’è stata subito la corsa a iscriversi fra quelli. Non tanto per portare soccorsi, quanto per scappare dall’Afghanistan.
Questo è il mondo che irride l’Occidente e lo considera decadente, un mondo da cui si prova continuamente a fuggire. Come, durante il comunismo, si fuggiva. Ciò non giustifica nessuno dei nostri errori, ma dovrebbe suggerire di metterli a confronto con gli altrui orrori.
Di Sofia Cifarelli
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