Toscana, dottoressa e infermiera buttano farmaci israeliani. Poi si scusano. Asl: “Accertamenti” – IL VIDEO
Una dottoressa e un’infermiera hanno scarabocchiato con la penna le confezioni di due farmaci israeliani (dell’azienda Teva) e le hanno buttate nella spazzatura. Poi, le scuse per il loro gesto
Una dottoressa e un’infermiera – in un video girato all’interno della Casa della Salute di Pratovecchio Stia, presidio dell’Asl Toscana Sud Est – hanno prima scarabocchiato con la penna le confezioni di due parafarmaci israeliani (dell’azienda Teva) e le hanno poi buttate nella spazzatura.
Il loro video, come prevedibile, dopo essere stato pubblicato è diventato immediatamente virale online scatenando numerose reazioni.
Lo hanno fatto “per la pace”, hanno in seguito affermato le due in un altro filmato in cui chiedono scusa per il loro gesto.
“Questo video è per chiedere scusa da parte nostra per tutte le persone che si sono sentite offese. Il nostro era un gesto simbolico volto alla pace. Non volevamo offendere nessuno, né coinvolgere l’azienda” afferma la dottoressa.
E l’infermiera aggiunge: “Ci dispiace veramente tanto”.
Nel secondo video la dottoressa e l’infermiera dicono che “non butteremmo mai via” quei farmaci israeliani. E spiegano che si trattava di “campioni gratuiti” di parafarmaci (salviette e integratori).
Inoltre, aggiungono che il primo video è stato girato dopo l’orario di lavoro.
Farmaci israeliani scarabocchiati e buttati nella spazzatura. Le protagoniste del video rischiano ora un provvedimento disciplinare
Le protagoniste del video rischiano ora un provvedimento disciplinare per aver filmato le scene dentro la casa della salute di Pratovecchio Stia e l’Asl valuta di convocarle per avere dei chiarimenti.
Nel frattempo, l’azienda sanitaria “precisa di essersi già attivata per ricostruire l’accaduto e si riserva di intraprendere ogni azione utile a tutela della propria immagine e del personale che, ogni giorno, opera con impegno, dedizione e correttezza. L’Asl sottolinea inoltre che le riprese effettuate all’interno di un ambiente aziendale non sono state in alcun modo autorizzate né condivise”.
di Filippo Messina
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