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Vannacci

Oltre i limiti

Il neo candidato della Lega alle elezioni europee Vannacci si è lasciato andare a parole sulla disabilità indecorose

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Oltre i limiti

Il neo candidato della Lega alle elezioni europee Vannacci si è lasciato andare a parole sulla disabilità indecorose

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Oltre i limiti

Il neo candidato della Lega alle elezioni europee Vannacci si è lasciato andare a parole sulla disabilità indecorose

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Il neo candidato della Lega alle elezioni europee Vannacci si è lasciato andare a parole sulla disabilità indecorose

Non avrei più voluto scrivere di questo signore, ma c’è un limite. Alla decenza, al senso di umanità, all’impresentabilità. 

Il neo candidato della Lega alle elezioni europee Vannacci – di professione generale e vorrei tanto parlare con i suoi colleghi per sentire cosa ne pensino di questo provocatore – si è lasciato andare a parole sulla disabilità indecorose. 

Non so come definire altrimenti le seguenti frasi rilasciate in un’intervista a La Stampa: “La scuola dovrebbe essere come lo sport, dove si mettono insieme le persone con prestazioni simili. Credo che classi con ‘caratteristiche separate’ aiuterebbero i ragazzi con grandi potenzialità a esprimersi al massimo, e anche quelli con più difficoltà verrebbero aiutati in modo peculiare. Un disabile non lo metterei di certo a correre con uno che fa il record dei 100 metri. Gli puoi far fare una lezione insieme, per spirito di appartenenza, ma poi ha bisogno di un aiuto specifico. Non sono un esperto di disabilità, ma sono convinto che la scuola debba essere dura e selettiva, perché così sarà poi la vita”. 

Chiunque di noi abbia conosciuto un genitore di bimbi diversamente abili, dei ragazzi che affrontano la vita con gioia e vitalità pur fra enormi difficoltà si sarà profondamente vergognato per lui. Per la saccenza spaventosa, la superficialità sconfortante, il nulla che emerge ogni volta che il generale decide di elargirci le sue ‘verità’. 

Il coro di distinguo e di imbarazzo – sacrosanto – che lo hanno avvolto ieri non cambiano di una virgola la nostra amarezza: il problema non saranno mai Vannacci e neppure il suo ego ipertrofico e tragicomico, ma i troppi Vannacci che troviamo sul nostro cammino quotidiano. Di quelli dobbiamo preoccuparci e – pensando a chi è immensamente meno fortunato di noi – vergognarci.

di Fulvio Giuliani

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