Porco cartone!
Se il porca puttena di Lino Banfi mette in allarme alcuni genitori, i cartoni animati del passato, in onda sulle reti Mediaset, non sembrano destare preoccupazioni nonostante i contenuti e il linguaggio non sempre appropriati.
Porco cartone!
Se il porca puttena di Lino Banfi mette in allarme alcuni genitori, i cartoni animati del passato, in onda sulle reti Mediaset, non sembrano destare preoccupazioni nonostante i contenuti e il linguaggio non sempre appropriati.
Porco cartone!
Se il porca puttena di Lino Banfi mette in allarme alcuni genitori, i cartoni animati del passato, in onda sulle reti Mediaset, non sembrano destare preoccupazioni nonostante i contenuti e il linguaggio non sempre appropriati.
Se il porca puttena di Lino Banfi mette in allarme alcuni genitori, i cartoni animati del passato, in onda sulle reti Mediaset, non sembrano destare preoccupazioni nonostante i contenuti e il linguaggio non sempre appropriati.
Da piccoli lo si sentiva dire spesso: non dire le parolacce o ti cade la lingua. Un’immagine truce che però non suscitava particolarmente scandalo tra i bambini delle generazioni passate che di frasi come questa ne sentivano ogni giorno.
Sarà per questo che nel 1997 Maria Rita Munizzi e Antonio Affinita seguito da un gruppo di genitori decisamente numeroso crearono il Moige (Movimento italiano genitori), l’associazione per la protezione dei minori che ha come obiettivo quello di bloccare tutti quei contenuti ritenuti inadatti per bambini e ragazzi.
Chissà se a Lino Banfi la lingua è caduta durante lo spot della Tim con quel suo “Porca puttèna” finito nel mirino del Moige in questi giorni e censurato perchè ritenuto volgare e inadatto alla messa in onda durante la fascia oraria protetta.
Ora, l’intento non è quello di sentenziare se la richiesta di rimozione dello spot in orari protetti sia corretta o meno, ma piuttosto quello di riflettere su come si sia arrivati a questo punto.
Le parole pronunciate dal comico pugliese possono anche non piacere ai genitori più attenti al lessico ma questi farebbero bene a preoccuparsi altrettanto di un prodotto pensato appositamente per i bambini, i cartoni animati. Il riferimento, in particolar modo, va a quegli anime dal successo senza fine frutto del genio giapponese, nati quasi tutti a cavallo degli anni 70 e 80 e che ancora oggi occupano una parte del palinsesto Mediaset perché capaci di raccogliere consensi di pubblico tali da attrarre gli investitori pubblicitari.
È il 20 ottobre 1980 e su Rai 1 trasmettono per la prima volta Anna dai capelli rossi, un cartone animato che resterà nella storia per la sua immensa lezione di vita: se qualcosa può andar male lo farà. Morti premature, cattiveria gratuita, lavori minorili forzati. La vita amarissima di una ragazzina a cui, poveraccia, ne capitano di ogni.
Per non parlare dell’amatissimo Uomo tigre (1982) con un protagonista anche lui orfano, anche lui contro il mondo, o più precisamente contro i wrestler, combattente per portare a casa i soldi da destinare ai bambini orfani. Una violenza tale da far rabbrividire persino gli adulti, sangue ovunque e sete di rivincita. Insomma, proprio ciò che aiuta un bambino a dormire sonni sereni.
E che dire di Lady Oscar? (1982) Cartone controverso che vede protagonista una donna che per tutta la vita negherà la sua identità, non essendo stata accettata dal padre in quanto femmina, che si ritrova a combattere come un uomo in una Francia rivoluzionaria.
Molti di questi cartoni non sono mai stati trasmessi integralmente in Italia, subendo delle censure. Eppure anche ciò che ne restava appariva inadatto, ma la loro essenza non è mai stata distrutta.
Alcuni di questi cartoni hanno insegnato a generazioni intere cosa sia la perdita di una persona cara, la cattiveria, la necessità di andare avanti con le proprie forze, il lato oscuro delle persone e della vita stessa. Troppo duri o anacronistici?
È giusto tutelare in maniera così ossessiva dei ragazzini che stanno crescendo in un mondo sempre più ovattato e surreale?
In che modo Peppa Pig, Dora l’esploratrice, Masha e Orso, con il loro mondo incredibilmente cauto, le frasi ripetitive e rassicuranti, le storie risolte in un unico episodio donano un valore aggiunto?
Caro Lino, non si dicono le parolacce in tv, però tu continua a fare il comico e usare tormentoni, anche se ti censurano. Porca puttena!
di Elena Bellanova
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