Borse di studio al merito, l’ascensore sociale di cui abbiamo disperato bisogno
Abbiamo finanziato 5 borse di studio per altrettanti studenti dell’università IULM guardando esclusivamente al merito per una ragione ben precisa. Serve un cambio di mentalità se si vuole mettere un freno alla fuga di cervelli. Gli strumenti non mancano, i talenti nemmeno.
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Borse di studio al merito, l’ascensore sociale di cui abbiamo disperato bisogno
Abbiamo finanziato 5 borse di studio per altrettanti studenti dell’università IULM guardando esclusivamente al merito per una ragione ben precisa. Serve un cambio di mentalità se si vuole mettere un freno alla fuga di cervelli. Gli strumenti non mancano, i talenti nemmeno.
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Abbiamo finanziato 5 borse di studio per altrettanti studenti dell’università IULM guardando esclusivamente al merito per una ragione ben precisa. Serve un cambio di mentalità se si vuole mettere un freno alla fuga di cervelli. Gli strumenti non mancano, i talenti nemmeno.
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Abbiamo finanziato 5 borse di studio per altrettanti studenti dell’università IULM guardando esclusivamente al merito per una ragione ben precisa. Serve un cambio di mentalità se si vuole mettere un freno alla fuga di cervelli. Gli strumenti non mancano, i talenti nemmeno.
Davanti a una sala gremita di studenti dell’università IULM di Milano sono state presentate le borse di studio al merito finanziate dal nostro quotidiano. Il Rettore Gianni Canova, il direttore de La Ragione Fulvio Giuliani e il vicedirettore del Corriere della Sera nonché Direttore del Master in Giornalismo Daniele Manca hanno illustrato questa opportunità che finanzierà la retta del primo anno di laurea magistrale di cinque ragazzi che si distingueranno per le loro capacità.
Di giovani meritevoli l’Italia è piena zeppa eppure l’Italia si è dimostrata in più di un’occasione incapace di “sfruttare” questi talenti come accade all’estero. Il problema è soprattutto culturale, a cominciare dall’interpretazione che si dà alla parola “merito”. Perchè noi italiani non siamo bravi a dare valore agli altri e facciamo una fatica enorme ad ammettere che qualcuno sia più bravo di noi a fare qualcosa. E’ più facile disprezzare, pensare che se qualcuno ce l’abbia fatta è solo grazie alla segnalazione di quell’amico o parente.
C’è un’immagine che rende bene questo concetto e che il vicedirettore Manca ha regalato ai ragazzi: “Nei quartieri più lussuosi di Londra ci sono diverse Ferrari parcheggiate davanti all’uscio di casa; a Parigi un po’ di meno, a Milano – dove il PIL pro capite è il più alto d’Europa – nemmeno una. Questo perché da noi vige un fortissimo senso di invidia verso chi ha più di noi”.
“Questa offerta premia il merito senza se e senza ma e segue una filosofia che facciamo nostra in questo Ateneo – è stato il commento di Canova – Il fatto che questa iniziativa venga finanziata da un giornale nuovo che, in tempi così difficili, ha deciso di andare in edicola induce a essere ottimisti”.
“L’idea di base è quella di fare qualcosa di diverso rispetto al conformismo del finto egualitarismo” ha detto Giuliani. “Siamo consapevoli che conferire delle borse di studio esclusivamente al merito, senza alcun altro parametro compresi quelli economici, potrebbe far pensare che si privilegi qualcuno già favorito dalle proprie condizioni familiari. Non è così, per noi il merito viene prima di tutto e innesca quell’ascensore sociale che deve essere una delle missioni dell’università”.
Per questo bisognerebbe smetterla di storcere il naso davanti a quelle borse di studio che tengono conto solo del merito e non del fattore economico. Ogni iniziativa è buona, infatti, per supportare l’intelligenza e la bravura che, va detto, nulla contano se non accompagnate da dedizione e studio costante. Finanziare una borsa di studio al merito implica il desiderio di voler rimettere al centro la persona, di non avere paura delle sue qualità.
Riconoscere il merito degli altri, in fondo, significa in primis avere stima di sé stessi.
Offrire borse di studio al merito permetterebbe di tenerci stretti ragazzi come Giulio o Samuele. Il primo, 25 anni e sei lauree nella tasca. Verrebbe da pensare a un errore di battitura ma non lo è: sono proprio sei e tutte con lode. L’ultima l’ha conseguita lo scorso dicembre diventando il più laureato d’Italia in relazione all’età. Giulio, anche lui 25enne, pochi giorni fa è uscito nelle librerie con “Il metodo geniale” edito da Mondadori, per insegnare come rendere lo studio una cosa facile. Chi meglio di lui, che vanta il primato mondiale di studente più veloce nel dare esami – 150 in tutto, la media di uno a settimana – grazie al quale ha centrato l’obiettivo di cinque lauree con lode in quattro mesi. Il suo sogno? Sconfiggere un giorno le malattie neurodegenerative.
Studenti come Samuele (Cannas) e Giulio (Deangeli9 sono certamente una rarità tanto da meritare di finire sui giornali. Ma non sono uniche. Storie come le loro sono rese possibili anche grazie alle borse di studio che ne hanno intercettato il valore, finanziandolo. Peccato che molte di queste borse di studio fossero estere, riconoscimenti che hanno guardato solo il merito. Università come Harvard e Cambridge li hanno accolti, consapevoli che questi ragazzi possono dare un apporto incredibile al sistema Paese. Che bello se questo Paese diventasse anche il nostro.
Di Ilaria Cuzzolin
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