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Cavalletta egizia all’asta: trafugata dalla tomba di Tutankhamon?

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Secondo numerosi studiosi la Cavalletta Egizia in avorio venduta all’asta a Londra proverrebbe dalla tomba di Tutankhamon

Cavalletta egizia

Cavalletta egizia all’asta: trafugata dalla tomba di Tutankhamon?

Secondo numerosi studiosi la Cavalletta Egizia in avorio venduta all’asta a Londra proverrebbe dalla tomba di Tutankhamon

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Cavalletta egizia all’asta: trafugata dalla tomba di Tutankhamon?

Secondo numerosi studiosi la Cavalletta Egizia in avorio venduta all’asta a Londra proverrebbe dalla tomba di Tutankhamon

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Un giorno in un cenobio, durante il pasto serale in comune, un giovane monaco trovò una cavalletta nella zuppa. «Me la puoi cambiare?» chiese al fratello di cucina. «Proverò» rispose costui. «Ma in questa stagione le cavallette sono rare…». Una cavalletta rara, certo, ma mai quanto quella divenuta in questi giorni una vera celebrità, avendo profondamente turbato gli umori del mercato antiquario. Ci riferiamo a un reperto egizio di circa 3.300 anni che riproduce un ortottero, recentemente venduto all’incanto da una casa d’aste londinese, suscitando molto scalpore, tanto da farne un caso internazionale. Secondo numerosi studiosi l’oggetto in origine proverrebbe infatti dalla tomba di Tutankhamon.

Ne è praticamente certo uno dei più famosi egittologi viventi, Christian E. Loeben, così come ha dichiarato in un’intervista rilasciata la scorsa settimana al “New York Times”. L’egittologo tedesco porta argomenti convincenti a comprova della provenienza del reperto, sottolineando la forte somiglianza stilistica con altri oggetti provenienti dal sepolcro. Quella londinese sarebbe una vendita illegale, poiché al momento della scoperta dell’ultima dimora del “re-bambino” e del tesoro che conteneva, avvenuta nel 1922, il Servizio delle Antichità aveva decretato che l’intero corredo di Tutankhamon sarebbe dovuto rimanere in terra egiziana. Tuttavia lo scopritore della tomba, Howard Carter, sottrasse un numero – apparentemente esiguo – di oggetti, che tenne per sé o vendette sul mercato antiquario, come nel caso della cavalletta incriminata.

Il primo possessore di cui si abbia documentazione del tesoro in miniatura – in realtà un contenitore per cosmetici, intagliato in legno e avorio, di soli 9 cm di lunghezza – fu tale Maurice Nahman. Questi, lasciata l’attività di banchiere, intraprese con fortuna l’attività antiquaria e divenne, tra gli anni Venti e Quaranta del XX secolo, il più grande mercante del Cairo. Le vendite avvenivano su regolare licenza concessa dal Museo Egizio, ma la rapida fortuna di Nahman fu legata soprattutto a traffici clandestini di antichità, particolarmente fiorenti ai margini degli scavi ufficiali. La cavalletta sarebbe stata venduta dallo stesso Carter a Nahman nel 1948, per poi riapparire negli Stati Uniti nella collezione del magnate dell’acciaio Alastair Bradley Martin. Si perdono quindi le tracce del reperto sino a quando nel 2007 finì nelle mani di Saud al-Thani, membro della famiglia regale del Qatar, artefice di una eccezionale collezione di antichità che fu venduta dai suoi eredi – così com’era stata formata – spesso attraverso canali illeciti.

Nonostante il clamore mediatico suscitato dall’asta londinese, il Ministero egiziano del Turismo e delle Antichità non ha rilasciato comunicati ufficiali. Questo silenzio – che ci auspichiamo momentaneo – lascia basiti e la speranza è che il grave episodio non vada ad alimentare ulteriormente la circolazione di reperti trafugati da Paesi del Nordafrica e del Medio Oriente.

di Christian Orsenigo, Curatore della Sezione Egizia del Museo di Crema

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