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Chi ha paura di J.K. Rowling?

Le ultime dichiarazioni di Rowling le sono costate caro: accusata di transfobia, ora è persino esclusa dagli speciali, in occasione del ventennale della saga cinematografica nata dai suoi libri
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Chi ha paura di J.K. Rowling?

Le ultime dichiarazioni di Rowling le sono costate caro: accusata di transfobia, ora è persino esclusa dagli speciali, in occasione del ventennale della saga cinematografica nata dai suoi libri
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Chi ha paura di J.K. Rowling?

Le ultime dichiarazioni di Rowling le sono costate caro: accusata di transfobia, ora è persino esclusa dagli speciali, in occasione del ventennale della saga cinematografica nata dai suoi libri
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Le ultime dichiarazioni di Rowling le sono costate caro: accusata di transfobia, ora è persino esclusa dagli speciali, in occasione del ventennale della saga cinematografica nata dai suoi libri
Se il politicamente corretto travolge la donna che ha dato vita al romanzo di formazione (pardon, la saga di formazione) per eccellenza della nostra era, J.K. Rowling, allora abbiamo un problema davvero grosso.
Le ripetute accuse di “transfobia“ cadute sul capo dell’autrice di Harry Potter cominciano francamente a stancare e lasciare attoniti anche i più sensibili e progressisti fra gli osservatori. Che la Rowling sia ormai regolarmente ostracizzata per aver sostenuto l’esistenza del dato biologico della femminilità comincia a essere semplicemente insopportabile.
 
Se non si può pensare di istituire centri antiviolenza e di ascolto riservati alle sole donne – come da lei fatto totalmente a proprie spese nella sua Edimburgo proprio in queste settimane – se farlo significa sfidare consapevolmente gli attivisti più arrabbiati della comunità Lgbtq+ c’è da pensare che forse qualcuno questa battaglia deve pur combatterla.
 
Qualcuno dalle spalle larghissime e non solo per le disponibilità economiche pressoché infinite, ma soprattutto per la voglia di non piegarsi a contorsionismi intellettuali che partono da presupposti assolutamente condivisibili per rischiare di approdare a visioni manichee e assurde della realtà. Come definire, del resto, l’ostracismo fanatico subito dalla scrittrice per una più che comprensibile battaglia in favore dell’esclusione di chi non sia biologicamente donna da spogliatoi, toilette e altri luoghi in cui la presenza di che si professi donna in un corpo inequivocabilmente da uomo possa creare comprensibili imbarazzi o peggio?
 
Secondo molti osservatori “progressisti” non se ne dovrebbe neppure parlare e l’ideatrice della saga di Harry Potter è finita per essere rinnegata persino degli attori che le devono letteralmente tutto. Si è arrivati al ridicolo della sua esclusione dagli speciali, in occasione del ventennale della saga cinematografica nata dai suoi libri. Cosa c’è di progressista in tutto questo? Dove siamo, se si arriva a negare la possibilità di definire donna una donna, anche quando siamo costretti a parlare di aggressioni sessuali e violenze fisiche o psicologiche?
 
J.K. Rowling ha la statura, le spalle e la forza per andare dritta lungo la sua strada, al contempo consapevole e incurante delle minacce e della violenza verbale che le sono state riservate, ma le persone normali come possono sperare di sopravvivere a questa visione del politicamente corretto? È un’ideologia durissima e indifferente, che finisce per rifiutare anche il dialogo e il confronto. La vicenda di J.K. Rowling parla a tutti noi e lo fa con voce dura e severa: non conviene girarsi dall’altra parte.
Di Fulvio Giuliani 

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