Ciechi dalla nascita
Leonardo Del Vecchio torna ad essere il più ricco d’Italia grazie al Metaverso. La richiesta di occhiali da vista è aumentata in modo vertiginoso negli ultimi dieci anni, colpa di smartphone e pc.
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Leonardo Del Vecchio torna ad essere il più ricco d’Italia grazie al Metaverso. La richiesta di occhiali da vista è aumentata in modo vertiginoso negli ultimi dieci anni, colpa di smartphone e pc.
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Leonardo Del Vecchio torna ad essere il più ricco d’Italia grazie al Metaverso. La richiesta di occhiali da vista è aumentata in modo vertiginoso negli ultimi dieci anni, colpa di smartphone e pc.
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Leonardo Del Vecchio torna ad essere il più ricco d’Italia grazie al Metaverso. La richiesta di occhiali da vista è aumentata in modo vertiginoso negli ultimi dieci anni, colpa di smartphone e pc.
Leonardo Del Vecchio è di nuovo la persona più ricca d’Italia. A 86 anni deve ringraziare anche la tecnologia se è la 36esima persona più ricca del mondo e la settima più ricca d’Europa. Il suo patrimonio è ora di 35 miliardi di dollari, circa 1,6 miliardi in più rispetto a quello di Giovanni Ferrero, fermo “solo” a 33,4 mld.
Il sorpasso è arrivato in parallelo con l’avvento del Metaverso di Mark Zuckerberg che utilizzerà gli occhiali Ray-Ban Stories nel suo mondo virtuale. Non solo: ad aver spinto gli affari di Luxottica nel corso degli ultimi anni anche l’uso di smartphone e pc.
Sempre più adolescenti hanno bisogno di occhiali da vista. I dati dimostrano che vengono indossati da persone sempre più giovani e la colpa cadrebbe sull’eccessivo utilizzo della tecnologia.
L’età in cui viene diagnosticato un problema alla vista è molto bassa, un range che riguarda dai 13 ai 16 anni. Il tempo medio che si passa sullo schermo è aumentato e gli esperti concordano sul fatto che stia causando problemi alla vista negli adolescenti e nei giovani adulti.
Lo smartphone costituirebbe un grosso pericolo soprattutto per i più piccoli, neonati e bambini, tant’è che i pediatri italiani hanno dato il divieto di utilizzo assoluto prima dei due anni (lo dice l’Italian Journal of Pediatrics). Sembrerebbe un’ovvietà ricordarlo da parte loro, invece non lo è dato che un genitore su tre lascia il telefono nelle mani del proprio figlio fin dal primo anno di vita; il 70% lo farebbe durante il loro secondo anno, un gesto che terrebbe sì calmi i figli ma che li espone a pericolosità per la loro salute oculare.
I genitori dovrebbero dare il buon esempio, limitando l’utilizzo dei device perché i bambini sono bravissimi imitatori. Crescerli con uno smartphone sarebbe come preparare il terreno, nei migliori dei casi, verso una assicurata miopia. La responsabilità è nelle loro mani ma meglio senza telefono.
Il punto è che gli adulti fanno davvero fatica a dare il buon esempio, dipendenti come sono da pc, schermi e smartphone; i loro occhi sono esposti a un lavoro irrefrenabile, per molte ore al giorno, stressati da una luce artificiale. Rescue Time – la piattaforma che calcola il tempo che si passa al computer – afferma che l’utente medio controlla la sua mail ogni 6 minuti e più di un terzo lo fa ogni 3 minuti o meno ancora. I social, a partire dal 2008 con Facebook, hanno scoperto come poter influenzare i nostri comportamenti ed emozioni del mondo reale senza mai che gli utenti ne siano consapevoli. Le notifiche che riceviamo ogni giorno hanno l’unico obiettivo di tenerci incollati e ipnotizzati al dispositivo, al fine di mostrarci tra un post e l’altro un annuncio pubblicitari..
L’inizio del problema si inquadra alla fine degli anni ‘80, quando IBM ci illuse che la tecnologia potesse aiutarci a lavorare in modo più efficiente ed essere così meno occupati. Vero. Soprattutto se si pensa che è stata la prima ad adottare il sistema di invio di comunicazione aziendale tramite e-mail, abbandonando il faticoso e laborioso Fax. L’idea di base era che mettendoci meno a fare la stessa cosa, si sarebbe potuto avere più tempo per se stessi. Non fu così, perché una volta capito che potevamo metterci in contatto con una persona in modo istantaneo, abbiamo incominciato ad aspettarci una risposta immediata. E com’è risaputo “la gatta frettolosa fece i gattini ciechi”.
di Marco Mauri
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