Cogenitorialità elettiva: fare figli senza avere una relazione
Cercare un partner per avere un figlio insieme, ma senza cominciare una relazione. Può suonare piuttosto strano, ma esistono dei siti per diventare co-genitori, senza bisogno di formare una coppia, anche in Italia.
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Cogenitorialità elettiva: fare figli senza avere una relazione
Cercare un partner per avere un figlio insieme, ma senza cominciare una relazione. Può suonare piuttosto strano, ma esistono dei siti per diventare co-genitori, senza bisogno di formare una coppia, anche in Italia.
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Cogenitorialità elettiva: fare figli senza avere una relazione
Cercare un partner per avere un figlio insieme, ma senza cominciare una relazione. Può suonare piuttosto strano, ma esistono dei siti per diventare co-genitori, senza bisogno di formare una coppia, anche in Italia.
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Cercare un partner per avere un figlio insieme, ma senza cominciare una relazione. Può suonare piuttosto strano, ma esistono dei siti per diventare co-genitori, senza bisogno di formare una coppia, anche in Italia.
Esistono siti come Copaging e Family4Everyone, piuttosto in voga in Spagna, e Co-genitori.it in Italia che funzionano come le piattaforme pensate per incontrare partner, per esempio Tinder o Meetic, ma con il solo scopo di avere un figlio insieme e crescerlo, ciò che viene chiamato “cogenitorialità elettiva“.
Questi siti godono già di un discreto successo. “Non volevo rinunciare a essere madre solo perché non ho trovato il partner perfetto“, ha spiegato una ragazza di nome Clara, intervistata dalla testata spagnola La Vanguardia, “volevo incontrare una persona per creare una famiglia, ma ero avanti con gli anni e l’orologio biologico non mi stava aiutando, quindi ho deciso di provare uno di questi siti. Sono stata ben accolta perché alcuni uomini mi hanno scritto, la maggior parte dei quali eterosessuali, ma ho optato per un omosessuale perché pensavo che se mi fossi innamorata tutto sarebbe stato più complicato”, ha aggiunto.
L’ipotesi della maternità surrogata, infatti, viene spesso esclusa perché, come spiega ancora Clara, “volevo che i miei figli avessero un padre, non un donatore. Essere una famiglia monoparentale non è facile e richiede risorse economiche elevate”.
CHI UTILIZZA DI PIÙ LE APP DI COGENITORIALITÀ ELETTIVA
A utilizzare maggiormente queste app sono “Le donne single con un livello culturale elevato, un’istruzione superiore e di una fascia socioeconomica medio-alta, che hanno circa 40 anni o più. L’altro profilo più comune è quello degli uomini, per lo più omosessuali, anch’essi di età superiore ai 40 anni e con un livello culturale molto alto”, spiega nella sua analisi Carmen Balaguer, antropologa e fondatrice di un’agenzia co-genitoriale.
Chiunque può iscriversi a questi siti, single o coppie, a prescindere dall’orientamento sessuale. Questa tipologia di siti per “aspiranti genitori” è nata nella mente di Ivan Fatovic, di Los Angeles, ispirato da alcune amiche quarantenni in un bar. Le donne si lamentavano di non aver mai trovato la persona giusta con cui fare un figlio. Da lì è nato Modamily.com, seguito negli anni da altri siti come TheStork e CoParents, con 100 mila utenti, e arrivato in Italia, appunto, con Co-genitori.it.
Come è lapalissiano, da questa scelta possono sorgere diversi problemi. Clara, ad esempio, è in causa con il padre dei suoi figli per disaccordi sull’educazione della loro bambina, che ora ha sette anni. È lei stessa a dare un avviso a chiunque fosse interessato a questa soluzione: “Consiglio a chi voglia seguire questo modello familiare di mettere tutto nero su bianco. Nel mio caso, lui voleva così tanto essere padre che mi ha nascosto cose che sapeva a priori che non mi sarebbero piaciute. Ad esempio, non mi ha detto che era religioso e che voleva battezzare i figli o che avrebbe voluto far loro frequentare una scuola religiosa”.
Rachel Hope, agente immobiliare di Los Angeles e pioniera della co-genitorialità elettiva, madre di due figli avuti da due co-genitori diversi, ha persino scritto un libro sul tema, Family by Choice, dove dà alcuni consigli pratici per capire come destreggiarsi su questi siti di incontri.
È importante, soprattutto, che i due co-genitori condividano le stesse idee e gli stessi valori sulla genitorialità, e che mettano in chiaro fin da subito ogni aspetto, dall’educazione da impartire al contributo economico di ciascuno. D’altronde scegliere il partner con cui crescere i propri figli non è una decisione di poco conto, per usare un eufemismo.
Di Giovanni Palmisano
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