Con il pancione sfuggendo alle sentenze
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La vicenda della 33enne nomade croata, fermata a Milano durante un furto in flagranza in un appartamento e rilasciata perché incinta, racconta un paradosso. D’altronde la legge impedisce la detenzione per chi è in stato di gravidanza o ha figli di età inferiore a un anno.

Con il pancione sfuggendo alle sentenze
La vicenda della 33enne nomade croata, fermata a Milano durante un furto in flagranza in un appartamento e rilasciata perché incinta, racconta un paradosso. D’altronde la legge impedisce la detenzione per chi è in stato di gravidanza o ha figli di età inferiore a un anno.
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Con il pancione sfuggendo alle sentenze
La vicenda della 33enne nomade croata, fermata a Milano durante un furto in flagranza in un appartamento e rilasciata perché incinta, racconta un paradosso. D’altronde la legge impedisce la detenzione per chi è in stato di gravidanza o ha figli di età inferiore a un anno.
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AUTORE: Annalisa Grandi
Il meccanismo non sorprende, perché è diventato sistematico. Ma la vicenda della 33enne nomade croata fermata a Milano durante un furto in flagranza in un appartamento e rilasciata perché incinta racconta un paradosso. La donna, che si era portata dietro anche la figlia – età dichiarata 9 anni, in realtà ne avrebbe 13 – è stata riconosciuta colpevole di altri 18 furti e condannata a un totale di trent’anni di carcere. Ma di giorni dietro le sbarre non ne ha fatto neanche uno perché ogni volta è incinta: questa per lei è la nona gravidanza. Ha già otto figli che stanno tutti con lei, ovviamente, nonostante come sia evidente li utilizzi anche per andare a rubare. D’altronde la legge impedisce la detenzione per chi è in stato di gravidanza o ha figli di età inferiore a un anno. E così ogni volta che la signora viene fermata, dopo poche ore torna in libertà. Peccato che questo sia diventato un sistema ed è sufficiente farsi un giro sui mezzi pubblici nelle grandi città per vedere gruppi di donne, quando non minorenni, quasi tutte col pancione, che chi li frequenta sa essere borseggiatrici. Sempre le stesse, sempre libere perché appunto non possono essere arrestate. Come un eterno circolo vizioso da cui sembra non esserci uscita, a meno che non se ne trovi una modificando le leggi. E prendendo provvedimenti magari anche a tutela di quei bimbi che diventano poi uno strumento per sfuggire alle norme, quando non complici di quegli stessi furti di cui sono responsabili le loro madri. Di Annalisa Grandi
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