Discussione sul tempo che scappa
Il dibattito dell’ora legale. Il fatto è che, oltre lo spettacolo di articolini sui giornali e di ciance in televisione, queste cose si risolvono non con un dibattito ma stabilendo un criterio razionale e logico
Discussione sul tempo che scappa
Il dibattito dell’ora legale. Il fatto è che, oltre lo spettacolo di articolini sui giornali e di ciance in televisione, queste cose si risolvono non con un dibattito ma stabilendo un criterio razionale e logico
Discussione sul tempo che scappa
Il dibattito dell’ora legale. Il fatto è che, oltre lo spettacolo di articolini sui giornali e di ciance in televisione, queste cose si risolvono non con un dibattito ma stabilendo un criterio razionale e logico
Il dibattito dell’ora legale. Il fatto è che, oltre lo spettacolo di articolini sui giornali e di ciance in televisione, queste cose si risolvono non con un dibattito ma stabilendo un criterio razionale e logico
Ore a mandorla. C’è qualcosa di bizzarro nel dibattito che l’Europa, Italia compresa, si è autoinflitta per settimane sull’allungamento dell’ora legale perché siamo in epoca di caro bollette e di energia assai costosa (come se un’alba anticipata ripagasse da un tramonto tardivo). Questa bizzarria sta nel rischio (inconsapevole) di finire come la Cina, nazione non certo di dettaglio nel pianeta ma che non riconosce i fusi orari. Tanto che i cinesi son tutti regolati sull’ora di Pechino. Il fatto è che, oltre lo spettacolo di articolini sui giornali e di ciance in televisione, queste cose si risolvono non con un dibattito ma stabilendo un criterio razionale e logico. E sapendo che nell’Unione europea i Paesi che stanno all’estremo Nord e quelli all’estremo Sud mica hanno tutti lo stesso orario. Ragion per cui, prima di ideologizzare persino un cambio di lancette, sarebbe cosa buona e giusta armonizzare il continente che gli gira attorno.
Un memento il nostro, poiché dopo tanto scrivere e tanto blaterare l’ora legale tornerà stanotte, quando tutti gli italiani dovranno mettere le lancette del loro orologio indietro di 60 minuti. Perciò, più che discutere di ideologie temporali, la politica dovrebbe rileggersi questi versi del poeta francese Baudelaire: «Ricordati che il tempo è giocatore avido / guadagna senza barare, ad ogni colpo! È legge / Il giorno declina, la notte cresce; ricordati / L’abisso ha sempre sete; la clessidra si vuota». E poco cambia se ci sia l’ora legale o quella solare.
Di Aldo Smilzo
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