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Divieti chic o sacrosanto decoro?

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I luoghi e le circostanze non sono tutti uguali e sacrosanti i richiami al minimo sindacale di decenza ed eleganza. Perché questo sono e definirli “divieti” più che altro una trappola logica e lessicale

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Divieti chic o sacrosanto decoro?

I luoghi e le circostanze non sono tutti uguali e sacrosanti i richiami al minimo sindacale di decenza ed eleganza. Perché questo sono e definirli “divieti” più che altro una trappola logica e lessicale

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Divieti chic o sacrosanto decoro?

I luoghi e le circostanze non sono tutti uguali e sacrosanti i richiami al minimo sindacale di decenza ed eleganza. Perché questo sono e definirli “divieti” più che altro una trappola logica e lessicale

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Impedire di mangiare un panino in piazzetta a Portofino o rifocillarsi a petto nudo in quella di Porto Cervo, piuttosto che a Forte dei Marmi, Capri e Cortina d’Ampezzo è classismo? O almeno un tentativo di tenere a distanza poveracci e “cafoni“? No. Non lo è in senso stretto. A meno di voler cedere al luogocomunismo per cui c’è assoluta libertà di comportarsi, vestirsi e atteggiarsi, indipendentemente dal luogo in cui ci si trovi.

Il lassismo che aveva portato, per restare all’attualità, alle canotte alla Scala, costretta a un precipitoso dietro front e a ristabilire un dress code per banali motivi di decenza e opportunità. Detto che passeggiare a torso nudo andrebbe evitato in qualsiasi località e latitudine – tanto per cominciare per la sopracitata decenza che nessuno dovrebbe mai dimenticare a casa – è insopportabilmente qualunquista pretendere di mettere sullo stesso piano Torvaianica e Portofino, Scalea e Capri, Lignano Sabbiadoro e Taormina. Poi possiamo farlo, sacrificando la realtà sull’altare di un populismo astratto e peloso.

I luoghi e le circostanze non sono tutti uguali e sacrosanti i richiami al minimo sindacale di decenza ed eleganza. Perché questo sono e definirli “divieti” più che altro una trappola logica e lessicale.

Ci aiutano a ricordare quanto la pulizia, il piacere degli occhi e, perché no, il bello favoriscano spesso maggiore efficienza, migliore accoglienza, attenzione più sviluppata al turista o al cliente.
Mi è capitato spesso di fare questo esempio: una volta gli uffici postali erano la summa dei luogo in cui sentirsi a disagio. Degli anfratti ombrosi, in preda a una burocrazia dissennata che potevi toccare con mano nelle sedie scassate e negli arredi sbrecciati dai decenni. Oggi, non tutti ma tanti, si avvicinano a sportelli bancari e il salto di qualità è tangibile.

Tanto per ricordarci che a Portofino o Madonna di Campiglio ci andremo di rado o mai, ma ogni giorno abbiamo l‘ opportunità di riscoprire una sobrietà dei gesti, dei comportamenti e dell’abbigliamento che fa campare tutti meglio.

PS
Un pantalone largo in lino ti fa stare fresco come un bermuda, ma in città assicura una decenza che tanti uomini farebbero bene a riscoprire.

di Fulvio Giuliani

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