E la Befana vien sempre di notte…
Il fascino della Befana – che sempre vien di notte – non molla. Molto più “italiana” e legata alle nostre tradizioni, la vecchina avrebbe in realtà tutto per essere passata di moda
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Il fascino della Befana – che sempre vien di notte – non molla. Molto più “italiana” e legata alle nostre tradizioni, la vecchina avrebbe in realtà tutto per essere passata di moda
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Il fascino della Befana – che sempre vien di notte – non molla. Molto più “italiana” e legata alle nostre tradizioni, la vecchina avrebbe in realtà tutto per essere passata di moda
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Il fascino della Befana – che sempre vien di notte – non molla. Molto più “italiana” e legata alle nostre tradizioni, la vecchina avrebbe in realtà tutto per essere passata di moda
Il fascino della Befana non molla.
Molto più “italiana” e legata alle nostre tradizioni, rispetto al Babbo Natale di importazione (sia detto nel massimo rispetto possibile e scritto da uno che adora il Natale in tutte le sue forme, rappresentazioni e protagonisti), la vecchina legata alla tradizione dei doni del 6 gennaio avrebbe in realtà tutto per essere passata di moda.
Non ha certo la caratura internazionale, come si accennava, di Santa Claus. Non ha avuto una multinazionale che ha clamorosamente investito sulla sua immagine (Coca-Cola con Babbo Natale), è deliziosamente fuori moda e fuori contesto nel mondo di oggi, ossessionato dalla bellezza, dall’immagine e dallo scintillio. Spesso vacuo.
La Befana è l’esatto opposto: è brutta – inutile girarci intorno e con buona pace del politicamente corretto – è palesemente in condizioni socio-economiche rivedibili, se incontrata in un vicolo buio di notte potrebbe anche fare abbastanza paura.
Come se non bastasse, nell’immaginario collettivo tende a ricordare pericolosamente la strega di Biancaneve.
Nonostante tutto ciò, è amatissima da grandi e piccini: questi ultimi non vedono l’ora di ricevere un’altra carrettata di regali e dolciumi, anche per addolcire l’inevitabile malinconia delle feste che proprio la Befana si porterà via. Per gli ex bambini, sono ondate di ricordi, di quando – in special modo se nati al Centro-Sud Italia – i regali a Natale non arrivavano o comunque i regali seri erano faccenda della Befana. Appunto.
Memoria personale: l’attesa per i regali in arrivo a cavallo della scopa era spasmodica, anche perché da piccolino il 25 dicembre portava poco o nulla. Certo, ricordo ancora oggi anche la sensazione fastidiosa del non potersi godere appieno il nuovo giocattolo, perché il giorno dopo toccava andare a scuola. Eppure, nessuno di noi bambini se la sarebbe mai presa con la Befana, al più con il destino cinico e baro che aveva piazzato l’arrivo dei regali proprio a ridosso del ritorno fra i banchi…
Un’altra Italia, un altro mondo, che i nostri figli neanche riescono a concepire, senza alcun giudizio di merito. È solo una constatazione. Una valutazione, invece, ci sentiamo di farla sul carbone: la minaccia funzionava maledettamente bene e l’idea di beccarsene un po’ troppo era una faccenda tremendamente seria. Un piccolo step educativo, insomma, mentre oggi facciamo fatica persino a trovare il delizioso carbone zuccheroso con cui siamo cresciuti. Faceva malissimo ai denti, per carità, ma non possiamo non provare un po’ di “dolce“ nostalgia.
di Fulvio Giuliani
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