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Etna: l’eruzione mozzafiato del cratere Bocca Nuova is the new Roccaraso
Centinaia di persone scalano l’Etna per immortalare il paesaggio islandese, con ovvie ricadute sulla sicurezza
Etna: l’eruzione mozzafiato del cratere Bocca Nuova is the new Roccaraso
Centinaia di persone scalano l’Etna per immortalare il paesaggio islandese, con ovvie ricadute sulla sicurezza
Etna: l’eruzione mozzafiato del cratere Bocca Nuova is the new Roccaraso
Centinaia di persone scalano l’Etna per immortalare il paesaggio islandese, con ovvie ricadute sulla sicurezza
Centinaia di persone scalano l’Etna per immortalare il paesaggio islandese, con ovvie ricadute sulla sicurezza
Tutto ha avuto inizio quattro giorni fa, quando sui social sono comparsi alcuni video che ritraevano degli sciatori a 3000 metri di altitudine accanto a una colata lavica. Video surreali in cima all’Etna, dove l’eruzione in corso si fa strada attraverso la neve. Immagini, queste, girate tra l’11 e il 12 febbraio in una notte di luna piena, che sono diventate virali nel giro di poche ore. Sull’isola del Sole madre natura sta dando vita a un raro spettacolo dove l’Etna è in fase eruttiva, mentre le sue pendici e i suoi crateri sono completamente ammantati. Il ritrovato paesaggio islandese ha rapito le cronache dei social e così altri creator si sono adoperati per recarsi sul posto e immortalare il fenomeno. Nel giro di un paio di giorni migliaia di persone si sono messe in viaggio per assistere all’avanzata del fronte lavico che intanto ha raggiunto quota 1900 metri.
L’effetto Roccaraso – così ribattezzato dalla stampa – ha messo in allerta la protezione civile. Che nella giornata di ieri si è ritrovata alle prese con un afflusso costante di centinaia di persone dalla strada provinciale 92 dando luogo a situazioni di posteggio selvaggio a ridosso delle strade tortuose e scoscese. Con conseguente blocco della circolazione per i mezzi di soccorso. Mobilitate anche quattro associazioni di volontariato da Belpasso, Ragalna, Nicolosi e Adrano. Per dare assistenza alla popolazione e far desistere gli automobilisti dal percorrere le strade già intasate. Una situazione critica che fa pensare al recente assalto di Roccaraso, ma con fattori di rischio più importanti. Soprattutto se si considera che nei giorni scorsi sono state registrate scosse di terremoto fino a 3.7. Inoltre, avvicinarsi alle colate laviche in prossimità della neve risulta molto rischioso perché la differenza termica può generare delle vere e proprie esplosioni.
Una situazione impegnativa che anche nelle ore serali ha tenuto in massima allerta forze dell’ordine e soccorso alpino. Nella notte in effetti qualcuno si è perso. È il caso di due giovani coppie di Bronte – poi tratte in salvo – che si erano allontanate per raggiungere la colata lavica perdendo il senso dell’orientamento. Fortunatamente, però, non si registrano grosse criticità. Si è trattato principalmente di gruppi organizzati, ben attrezzati e accompagnati da guide alpine e vulcanologiche, come scrive su Facebook Salvo Cocina (capo della Protezione civile regionale).
Nel frattempo, l’eruzione continua a influenzare negativamente i collegamenti aeroportuali. Lo scalo Vincenzo Bellini di Catania è rimasto chiuso in alcune delle sue aree. Con ripercussioni sul traffico aereo e più di 30 voli dirottati sul capoluogo dell’isola. Disagi anche nei centri abitati alle pendici del vulcano, dove la copiosa ricaduta di ceneri vulcaniche sta ricoprendo tetti, strade e auto. Inficiando sugli spostamenti e sulla qualità dell’aria.
Secondo l’INGV la fase eruttiva cominciata l’8 febbraio scorso potrebbe intensificarsi nei prossimi giorni. «Questa fessura è ubicata alla base meridionale del cratere Bocca Nuova (uno dei quattro crateri sommitali dell’Etna). E da alcune bocche sta emettendo una colata di lava. Tuttavia, questa attività si è generata del vicino Cratere di Sud-Est, il più giovane cratere sommitale del vulcano. Sul fianco occidentale di questo cratere si sono aperte diverse bocche, che producono attività esplosiva molto variegata. Tra emissioni di cenere marrone e nera, e lanci di materiale piroclastico incandescente».
Di Angelo Annese
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