Flash mob a Milano: una ciclabile umana per chiedere più sicurezza
Questa mattina circa 700 ciclisti hanno formato una vera e propria catena umana in viale Monza per sollevare l’attenzione sul tema della sicurezza in strada
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Flash mob a Milano: una ciclabile umana per chiedere più sicurezza
Questa mattina circa 700 ciclisti hanno formato una vera e propria catena umana in viale Monza per sollevare l’attenzione sul tema della sicurezza in strada
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Flash mob a Milano: una ciclabile umana per chiedere più sicurezza
Questa mattina circa 700 ciclisti hanno formato una vera e propria catena umana in viale Monza per sollevare l’attenzione sul tema della sicurezza in strada
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Questa mattina circa 700 ciclisti hanno formato una vera e propria catena umana in viale Monza per sollevare l’attenzione sul tema della sicurezza in strada
Milano – Un flash mob per chiedere al Comune di proteggere chi pedala per le vie della città. L’iniziativa, organizzata dalla pagina Facebook “ProteggiMI” e dal movimento “Città delle persone” ha visto la presenza di circa 700 ciclisti, che questa mattina – dalle 7.30 alle 8.30 – hanno formato una vera e propria catena umana in viale Monza, per denunciare e sollevare l’attenzione sul tema della sicurezza in strada. Un luogo scelto per un motivo ben preciso: la ciclabile in questione è infatti una delle più pericolose di Milano, spesso occupata dagli automobilisti in sosta abusiva, che ogni giorno mettono a repentaglio la vita di chi vorrebbe muoversi in città con la propria bici senza rischiare di morire.
A giugno di quest’anno su Corso Buenos Aires sono stati costruiti dei cordoli, alti 17 e spessi 50 cm, per proteggere i ciclisti – si stima che siano circa 8.000 ogni giorno – che viaggiano lungo questa via. Quanto fatto su Buenos Aires però non basta. Bisogna fare di più per mettere in sicurezza tutte le strade che attraversano il capoluogo lombardo: puntare alle cosiddette “Città 30”. Un modello che imiti città europee come Berlino, Bruxelles, Londra, Parigi e Copenaghen, in cui il tasso di incidenti è molto basso e di conseguenza anche le vittime di strada sono minori. Questo è quanto chiede a gran voce chi è sceso questa mattina in strada, ad un anno esatto dall’ultima manifestazione, avvenuta due giorni dopo la morte del 14enne Luca Marengoni, investito in bici da un tram in via Tito Livio.
Di Claudia Burgio
**Credits video IG di @agtw.it e @stradedapazzi
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