Gay Pride, un bel business da sfruttare solo a giugno
Il mese dell’orgoglio gay è importantissimo per tenere alta l’attenzione sui diritti della comunità LGBTQIA+ anche se per alcuni è solo una grande vetrina utile più ad autocelebrarsi che a celebrare. Aziende comprese che nel resto dell’anno tendono a dimenticarsi della comunità arcobaleno
Gay Pride, un bel business da sfruttare solo a giugno
Il mese dell’orgoglio gay è importantissimo per tenere alta l’attenzione sui diritti della comunità LGBTQIA+ anche se per alcuni è solo una grande vetrina utile più ad autocelebrarsi che a celebrare. Aziende comprese che nel resto dell’anno tendono a dimenticarsi della comunità arcobaleno
Gay Pride, un bel business da sfruttare solo a giugno
Il mese dell’orgoglio gay è importantissimo per tenere alta l’attenzione sui diritti della comunità LGBTQIA+ anche se per alcuni è solo una grande vetrina utile più ad autocelebrarsi che a celebrare. Aziende comprese che nel resto dell’anno tendono a dimenticarsi della comunità arcobaleno
Il mese dell’orgoglio gay è importantissimo per tenere alta l’attenzione sui diritti della comunità LGBTQIA+ anche se per alcuni è solo una grande vetrina utile più ad autocelebrarsi che a celebrare. Aziende comprese che nel resto dell’anno tendono a dimenticarsi della comunità arcobaleno
Nel week-end immediatamente successivo al 28 giugno – Giornata Mondiale dell’Orgoglio LGBTQIA+ – milioni di persone si riverseranno nelle strade di tutto il mondo. Un momento di festa ma anche un’occasione per riflettere sullo stato dei diritti del popolo arcobaleno racchiuso, suo malgrado, in una serie di sigle e sottoinsiemi di cui nemmeno gli stessi appartenenti alla comunità conoscono bene il significato. Il bisogno di etichettare a tutti i costi sentimenti ed emozioni è comprensibile ma al tempo stesso può contribuire a innalzare ulteriori muri tra quel già fastidiosissimo “noi e loro”.
L’auspicio è che un giorno non sarà più necessario identificarsi a tutti i costi in una lettera piuttosto che un’altra ma solo come esseri umani, tutti uguali e al tempo stesso tutti diversi.
Per tentare di abbattere questi muri sarebbe utile mettere in atto azioni concrete che facciano dialogare i due mondi, più con i fatti che con gli slogan. Un esempio virtuoso arriva dall’iniziativa di ATM – l’azienda di trasporti milanese partecipata dal Comune di Milano – che ha appena comunicato il riconoscimento dell’identità alias per l’abbonamento entro il 2025. Un annuncio che arriva – guarda caso – a tre giorni dal Gay Pride e che sarebbe bello facesse notizia tutto l’anno e non solo a giugno.
Sono numerose le aziende e i personaggi che in questi giorni cavalcano l’onda dell’orgoglio gay, traghettati forse più dal “vento” del marketing che dal desiderio di un effettivo cambiamento. Se così fosse, perché aspettare il mese di giugno per lanciare certe iniziative a tema e non farlo prima?
Non è questione di pensare sempre in negativo ma il sospetto è lecito. Prendiamo a esempio la pubblicità del sito di compravendite immobiliare Idealista.it – per citarne una per tutti – che mostra due ragazzi darsi un bacio a casa di amici dopo un gol trasmesso in tv (guarda caso in concomitanza degli Europei). Alla fine dello spot compare anche la scritta: “Buon Pride”, frase che ci fa intuire la longevità di questa reclame. A settembre sarà ancora in onda? No, perché al momento vedere due ragazzi che si scambiano innocenti effusioni in televisione non si può considerare “normale” ma “sopportabile” solo nel mese del Pride, altrimenti il rischio di scontentare qualcuno è altissimo. E molte aziende non se lo possono permettere. Facciamo un appello allora a quelle che, volendo, se ne potrebbero anche fregare (e ce ne sono): perché non mandare in onda uno spot così anche nel resto dell’anno? Fatti, non parole.
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Tag: diritti
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