Ghosting, la violenza che corre a fil di Rete
Siamo circondati da persone che ci illudono e spariscono senza motivazione. Un comportamento che, per chi lo subisce, ha degli effetti negativi sulla mente umana.
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Ghosting, la violenza che corre a fil di Rete
Siamo circondati da persone che ci illudono e spariscono senza motivazione. Un comportamento che, per chi lo subisce, ha degli effetti negativi sulla mente umana.
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Ghosting, la violenza che corre a fil di Rete
Siamo circondati da persone che ci illudono e spariscono senza motivazione. Un comportamento che, per chi lo subisce, ha degli effetti negativi sulla mente umana.
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Siamo circondati da persone che ci illudono e spariscono senza motivazione. Un comportamento che, per chi lo subisce, ha degli effetti negativi sulla mente umana.
Si parla tanto di ghosting, ovvero il comportamento di sparire improvvisamente, proprio come dei fantasmi, smettendo di rispondere a messaggi e chiamate senza affrontare il problema.
Di certo la comunicazione via internet ha fatto sì che questo ‘’metodo’’ spopolasse molto di più, rendendo più facile non assumersi le proprie responsabilità.
Il ghosting viene soprattutto utilizzato nell’ambito delle relazioni sentimentali: si parla per chat ore e ore, sembra che vada tutto bene ma non è così. Ad un certo punto l’altra persona smette di rispondere diventando non rintracciabile in alcun modo.
L’obiettivo è quello di uscire da una situazione scomoda o che ha messo particolarmente a disagio, senza affrontare una persona faccia a faccia, che è sicuramente la scelta più complicata e faticosa. Chi assume questo comportamento difficilmente si rende conto della gravità dell’azione e non accetta l’idea di poter deludere l’altro.
Essere oggetto di ghosting destabilizza, mette in crisi e blocca il processo di elaborazione della perdita. Non si riesce soprattutto a trovare cause e motivazioni dell’accaduto e la mente umana cerca continuamente di trovare una risposta che, però, non può ottenere. È una delle peggiori violenza psicologiche che mina inevitabilmente l’autostima.
Le dating app hanno favorito il ghosting?
Un sondaggio condotto dal sito di appuntamenti canadese, Plenty of Fish, ha rilevato che circa l’80% di 800 utenti tra i 18 e 33 anni hanno subito un’esperienza di ghosting. Il meccanismo delle applicazioni per incontri può portare a vedere le persone non seriamente, ma come dei semplici nomi in una lista infinita di utenti che cercano l’anima gemella. Tinder ha anche lanciato un’app (ItsYourBoo), dove si ricevono consigli e frasi per cercare di rompere il ghiaccio e riprendere la chiacchierata. Il procedimento è semplice: si inserisce il nome utente di Tinder di chi ci ha ghostati e si specifica il motivo per il quale si dovrebbe riprendere a parlare. Dopodiché si potranno leggere alcune frasi da utilizzare con il ‘’ghoster’’, e magari riallacciare il rapporto perso.Quali sono i motivi che spingono il ghoster a chiudere ogni forma di contatto?
Presumibilmente si può pensare che la persona in questione in realtà non voglia ferire l’altra ma senza rendersene conto lo fa. Narcisismo, inadeguatezza, mancanza di autostima e traumi possono essere la causa dell’allontanamento, anche se in realtà molte persone praticano il ghosting pensando che “scaricare’’ una persona si faccia in questo modo. Cercare un pretesto per sparire sembra che sia quasi diventata una moda, soprattutto fra i giovani. Quello di non prendersi le proprie responsabilità, però, non svia il problema ma anzi, lo ingrandisce a lungo andare. Data la popolarità di questo fenomeno, il ghosting è anche diventato un vero e proprio soggetto di studio nella psicologia. di Marta MelaratoLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: social media
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