In nome di due donne proviamo a difendere la libertà di pensiero dal politicamente corretto che vorrebbe cancellare tutto ciò che non gli piace. Le due donne sono la docente di Filosofia Kathleen Stock e la scrittrice J. K. Rowling, conosciuta ai più perché autrice della saga di Harry Potter.
La prima è stata costretta a dimettersi dall’Università del Sussex a causa di feroci attacchi, con tanto di cortei e fiaccolate contro di lei. L’accusa: essere una transfobica per aver detto che il sesso biologico è più importante dell’identità di genere. Una considerazione non offensiva, ma che il totalitarismo politically correct considera lesiva della propria visione del mondo.
E allora vai con la gogna. Che tempacci: tra cancel culture e minoranze che si lamentano mentre accusano di fobie chiunque non la pensi come loro, le libertà dell’Occidente non sono certo al massimo della loro forma. E qui arriviamo alla seconda donna, Joanne K. Rowling, da un po’ di anni nel mirino dei ‘politicamente corretti’, pure lei con l’accusa di transfobia.
Tra le considerazioni della Rowling qui ne ricordiamo una, quasi ovvia, sull’argomento donne e biologia. «Creare un mondo post Covid-19 più equo per le persone che hanno le mestruazioni. Sono sicura che ci fosse una parola per definire quelle persone. Qualcuno mi aiuti. Wumben? Wimpund? Woomud?».
La Rowling allude al termine women. Donne. Una parola che, andando avanti di questo passo, potrebbe persino rischiare di essere bandita dal vocabolario. Troppo naturale, cribbio!
di Massimiliano Lenzi
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