Giustizia per Nala
Giustizia per Nala. Nala aveva già vissuto l’inferno e l’ha dovuto vivere ancora. Nala è morta. Questa è la sua storia, la storia di un cane che – almeno ora – merita giustizia
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Giustizia per Nala. Nala aveva già vissuto l’inferno e l’ha dovuto vivere ancora. Nala è morta. Questa è la sua storia, la storia di un cane che – almeno ora – merita giustizia
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Giustizia per Nala. Nala aveva già vissuto l’inferno e l’ha dovuto vivere ancora. Nala è morta. Questa è la sua storia, la storia di un cane che – almeno ora – merita giustizia
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Giustizia per Nala. Nala aveva già vissuto l’inferno e l’ha dovuto vivere ancora. Nala è morta. Questa è la sua storia, la storia di un cane che – almeno ora – merita giustizia
Nala aveva già vissuto l’inferno. Nala era stata salvata. Nala è morta. Questa è la sua storia, la storia di un cane che – almeno ora – merita giustizia. La vedete nella foto. Era stata tolta a una persona che la picchiava, la lasciava senza cibo, la usava solo per fare cucciolate. Una volontaria, a Napoli, si era battuta per portarla via, e per riscattarla dal canile dopo il sequestro. Perché Nala meritava una vita migliore. Per questo, Nala è partita per Roma. E da qui è iniziato il caos.
Doveva essere portata in un rifugio, è finita in un box. La volontaria di Napoli che l’aveva salvata si è fidata di un’altra “volontaria”. Di cui qui scriveremo solo le iniziali, S.R. Un nome che non è neanche il suo, ma quello con cui è conosciuta nel mondo del volontariato. Questa volontaria ha fatto adottare Nala a un uomo di Livorno. Sostenendo di aver fatto tutti i controlli, quelli di pre-affido che sempre dovrebbero essere fatti.
In realtà l’uomo in questione, di cui anche in questo caso scriveremo solo le iniziali, C. T. è una persona con problemi di tossicodipendenza. Una persona conosciuta, a Livorno. E a Livorno oggi si chiedono chi abbia fatto i controlli prima di affidargli il cane. Sta di fatto che Nala rimane intestata alla volontaria di Napoli che l’aveva salvata e che per settimane chiede notizie e soprattutto chiede i documenti di questa persona.
Fino a che non viene chiamata dalla Asl di Livorno e scopre che Nala è stata investita.
Nala è morta. Si legge nel rapporto che era senza guinzaglio, libera. Investita, e soccorsa da altre persone, per poi essere portata in clinica. Dove sono stati dei volontari a pagare la visita. Perché il suo “proprietario” non aveva la possibilità di pagare neanche la visita. Chi l’ha visitata ha chiesto come sia stato possibile che un cane fosse stato affidato a questa persona. È stato possibile perché sulla pelle dei cani c’è chi guadagna. Chi lucra sugli stalli. Chi affida animali senza davvero controllare in che mani vanno.
Nala è morta. Nala è stata soppressa dalla Asl e chi l’aveva salvata l’ha saputo solo una settimana dopo. Nessuno, né la “volontaria” che l’aveva affidata, né l’”adottante” ha detto una parola. Nala meritava di vivere. Nala merita giustizia. Per questo la sua storia deve essere raccontata. Guardatela. Lei era Nala. E oggi poteva essere viva.
di Annalisa Grandi
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