I ragazzi degli anni ‘70
Stop a ogni forma di collaborazione con Israele: la pretesa degli studenti del collettivo dell’università Sapienza di Roma e gli angoscianti scontri con le Forze dell’ordine
I ragazzi degli anni ‘70
Stop a ogni forma di collaborazione con Israele: la pretesa degli studenti del collettivo dell’università Sapienza di Roma e gli angoscianti scontri con le Forze dell’ordine
I ragazzi degli anni ‘70
Stop a ogni forma di collaborazione con Israele: la pretesa degli studenti del collettivo dell’università Sapienza di Roma e gli angoscianti scontri con le Forze dell’ordine
Stop a ogni forma di collaborazione con Israele: la pretesa degli studenti del collettivo dell’università Sapienza di Roma e gli angoscianti scontri con le Forze dell’ordine
Una giornata sconfortante quella di ieri alla Sapienza di Roma, perché ancor prima dei violenti e angoscianti scontri fra studenti del collettivo e le Forze dell’ordine il fondo era stato già ampiamente toccato con la pretesa – sottolineiamo pretesa – che il Senato accademico della più importante Università della capitale sancisse il boicottaggio di qualsiasi forma di collaborazione con le università israeliane e dello stesso Stato di Israele.
Un aut aut, non una legittima proposta da sottoporre – secondo le regole democratiche – all’approvazione o meno da parte degli organismi competenti. Un ordine tassativo che una volta ignorato (nella testa di costoro, si intende) avrebbe moralmente giustificato gli studenti a cercare lo scontro fisico con le Forze dell’ordine in due momenti distinti.
Prima – dopo il No del Senato accademico al loro ultimatum – nel tentativo di portare fisicamente la protesta dentro il rettorato e contro la rettrice Polimeni e poi per pretendere l’immediato rilascio di tre ragazzi fermati durante le colluttazioni con la polizia. Per la cronaca, al termine della giornata gli arresti saranno due.
Colpiscono i toni da anni ‘70, la terminologia presa in prestito da un mondo che non c’è più, l’assoluta certezza di poter dividere il mondo in buoni e cattivi, bianco e nero, israeliani colpevoli di ‘genocidio’ e palestinesi solo e sempre nel ruolo di vittime. Una lettura nauseante, manichea, inconcepibile per dei ragazzi che dovrebbero essere educati al confronto fra le idee, al rispetto di quelle altrui e del dissenso.
Sull’atteggiamento nei confronti di Israele, degli israeliani e degli ebrei ormai non aggiungeremo più nulla. L’antisemitismo non è neppure più strisciante: questa minoranza odia di odio puro e pretende di imporre la propria visione all’intero mondo universitario e non solo. Partorisce parole d’ordine surreali, nel tentativo di portare indietro le lancette della storia di qualche decennio.
Da quale pianeta vengono questi ragazzi, chi li ha educati a casa e a scuola, chi li ha allevati nell’idea che il bene sia tutto da una parte e il male immancabilmente dall’altra, che poi è la nostra, il nostro mondo?
Pur con tutti i limiti, gli enormi errori, le esitazioni e le mancanze, un mondo incommensurabilmente preferibile all’inferno in terra di prevaricazione e violenza vagheggiato da questi ragazzotti.
di Fulvio Giuliani
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