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I vaccini salvano vite

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Nell’agosto di quest’anno il governo ha nominato nuovi membri all’interno del Comitato scientifico. Alcune nomine percepite come no-vax hanno sollevato una forte opposizione da parte della comunità scientifica

I vaccini

I vaccini salvano vite

Nell’agosto di quest’anno il governo ha nominato nuovi membri all’interno del Comitato scientifico. Alcune nomine percepite come no-vax hanno sollevato una forte opposizione da parte della comunità scientifica

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I vaccini salvano vite

Nell’agosto di quest’anno il governo ha nominato nuovi membri all’interno del Comitato scientifico. Alcune nomine percepite come no-vax hanno sollevato una forte opposizione da parte della comunità scientifica

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Il Piano nazionale di prevenzione vaccinale è il documento di riferimento che ha come priorità la riduzione o l’eliminazione dei casi di malattie infettive, attraverso l’individuazione di strategie efficaci da implementare sul territorio nazionale per la tutela della salute pubblica. Racchiuso in tre punti, traccia l’equità di accesso alle vaccinazioni (incluso il superamento delle disuguaglianze regionali nelle coperture vaccinali), l’aggiornamento continuo del calendario, il potenziamento della comunicazione istituzionale anche contro la disinformazione, la digitalizzazione e la sorveglianza sulle malattie prevenibili.

Nell’agosto di quest’anno il governo ha nominato nuovi membri all’interno del Comitato scientifico. Alcune nomine percepite come no-vax hanno sollevato una forte opposizione da parte della comunità scientifica: «Non possiamo esimerci dall’esprimere profondo sconcerto per la decisione di includere all’interno del Comitato due esponenti legati a posizioni antiscientifiche rispetto ai vaccini». In risposta a tali contestazioni, il Ministero della Salute ha deciso di sciogliere il National Immunization Technical Advisory Group (Nitag), organo di supporto – riconosciuto dall’Organizzazione mondiale della sanità – nella formulazione delle strategie vaccinali nazionali.

Il nuovo Piano nazionale vaccinale 2025-2029 risente delle strategie adottate durante la gestione della pandemia, attraverso l’introduzione di una pluralità di strumenti in cui i vaccini scompaiono come misura preventiva più efficace, anche nel rispetto delle libertà individuali. Il tema rimane centrale nel dibattito tra i sostenitori della libertà vaccinale, che rivendicano il diritto di rifiuto delle vaccinazioni obbligatorie, e le autorità sanitarie che invece ritengono i criteri di libero arbitrio rischiosi per la salute pubblica, soprattutto per i soggetti fragili e immunodepressi.

Diversi studi del 2024 mettono in luce una crescente confusione popolare sull’utilità dei vaccini. Secondo il Monitor Engageminds Hub dell’Università cattolica di Cremona, il 42% degli italiani ne ha scarsa fiducia e lo scetticismo prevale tra persone con basso titolo di studio e mentalità complottistica. Per quanto riguarda gli Usa, il sondaggio dell’Università della Pennsylvania evidenzia che il 28% degli statunitensi crede che il vaccino a mRNA, del tipo adottato contro il Covid, sia responsabile di mutazioni genetiche nell’uomo e causa di migliaia di morti.

Vittime della disinformazione sono i truth insensitivity, così definiscono gli americani coloro che hanno difficoltà nel distinguere le notizie fake da quelle vere; mentre nel belief bias le capacità intellettive di riconoscere le verità non ridimensionano i bias cognitivi: scorciatoie mentali che creano una percezione distorta della realtà.

Ma basta ripercorrere la storia della sanità nazionale e di quella mondiale per comprendere quanto i vaccini rientrino nel novero delle più grandi conquiste della medicina moderna. Milioni di vite umane sono state salvate da malattie gravissime quali il vaiolo (che ha devastato l’umanità per secoli), la poliomielite, la difterite, il tetano, il colera, l’epatite B, la febbre gialla, la tubercolosi, la meningite da meningococco e altre ancora. I vaccini hanno aumentato l’aspettativa di vita globale e protetto i più vulnerabili attraverso l’immunità di gregge.

Oltre a fare da scudo contro le malattie infettive, stanno rivoluzionando campi come l’oncologia: la scoperta del legame tra papilloma virus e cancro del collo dell’utero ha per esempio reso possibile un vaccino in grado di prevenire in un numero di casi fra il 70 e l’80% questo tumore femminile (ancora più diffuso di quello alla mammella). Inoltre, i vaccini sono una risorsa di protezione per i pazienti oncologici più esposti al contagio. Ecco perché non vanno considerati uno strumento medico opzionabile, bensì un mezzo dal grande valore scientifico che garantisce equità e dignità nel diritto universale alla salute.

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