Il bullismo fra i bambini
Il tema del bullismo è ormai sotto i riflettori, ma motivi e conseguenze sui bambini passano troppo spesso dai genitori
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Il tema del bullismo è ormai sotto i riflettori, ma motivi e conseguenze sui bambini passano troppo spesso dai genitori
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Il tema del bullismo è ormai sotto i riflettori, ma motivi e conseguenze sui bambini passano troppo spesso dai genitori
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Il tema del bullismo è ormai sotto i riflettori, ma motivi e conseguenze sui bambini passano troppo spesso dai genitori
Di bullismo si parla molto in questi anni. Come tutti gli argomenti su cui molto si dibatte, il rischio è che alla fine se ne discuta per tesi astratte, quando è invece un tema a cui i genitori devono prestare molta attenzione. Per loro affrontarlo è comunque difficile.
Come si deve agire quando il proprio figlio subisce una qualche vessazione? Cosa deve fare la mamma di un bambino di nove anni che scopre che suo figlio è sistematicamente escluso dai compagni di classe? O, peggio, se scopre che quei compagni gli hanno imposto di non sfiorarli e se per caso lui li tocca lo riempiono di calci? Non è un esempio teorico. È la testimonianza che ho raccolto.
Parliamo di bambini delle scuole elementari, non di adolescenti. Certo, siamo stati tutti piccoli. Certo, ci sono sempre stati i prepotenti. Ma impressiona che certe dinamiche si verifichino a una così tenera età. Fra l’altro il fatto che un bambino non possa sfiorare gli altri è probabilmente il derivato di una delle tante demenziali sfide che si ritrovano su TikTok: non soltanto il social più utilizzato dai piccoli, ma anche quello meno controllato nei contenuti.
Nel caso in questione i genitori hanno scoperto quello che stava succedendo soltanto dopo mesi. Immaginate un bambino già timido che viene vessato. Probabilmente si vergognerà pure a parlarne con i genitori. E però a quell’età gli insegnanti dovrebbero controllare quello che accade in classe. Soprattutto dovrebbero intervenire per evitare che simili episodi si protraggano nel tempo, tanto da diventare una sorta di ‘normalità’ per chi li subisce.
Resta il tema spinoso dei genitori: non tutti, se informati del fatto che il proprio figlio prevarica gli altri, accolgono l’osservazione e intervengono a loro volta. Spesso la voce del docente rimane inascoltata perché si preferisce difendere a ogni costo il proprio bambino. Alla faccia della tolleranza, dell’inclusione, del rispetto, di tutte quelle belle parole di cui tanto ci si riempie la bocca ultimamente.
Sicuramente esistono più che in passato strutture di supporto, in primis per gli adulti. Che non è detto sappiano affrontare il tema nel modo corretto. Sia che il proprio figlio sia vittima di bullismo, sia che ne sia l’artefice. Il cosiddetto “genitore ombrello” che diventa iperprotettivo può non risultare funzionale allo sviluppo autonomo della personalità del bambino, che deve piano piano imparare ad affrontare alcune difficoltà oppure capire che certi comportamenti sono sbagliati. E prima succede meglio è.
Non esistono bambini ‘cattivi’ ma bambini a cui certi valori non sono stati trasmessi dagli adulti. E fare finta di nulla, minimizzare, significa rischiare di ritrovarsi con adolescenti che commetteranno gesti ben più gravi.
di Annalisa Grandi
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