Il dilemma del carrello
Lasciar morire 5 persone senza far nulla o agire e farne morire una al posto loro? La risposta sembra scontata, ma gli studi a riguardo dimostrano che non è così.
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Il dilemma del carrello
Lasciar morire 5 persone senza far nulla o agire e farne morire una al posto loro? La risposta sembra scontata, ma gli studi a riguardo dimostrano che non è così.
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Il dilemma del carrello
Lasciar morire 5 persone senza far nulla o agire e farne morire una al posto loro? La risposta sembra scontata, ma gli studi a riguardo dimostrano che non è così.
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Lasciar morire 5 persone senza far nulla o agire e farne morire una al posto loro? La risposta sembra scontata, ma gli studi a riguardo dimostrano che non è così.
Che ne dite di sacrificare una persona per salvarne molte? In psicologia morale si studia da tempo il cosiddetto “trolley dilemma”. Negli anni sono emerse diverse varianti, ma ecco la versione classica: c’è un carrello in corsa che sfreccia lungo i binari della ferrovia. Davanti ci sono cinque persone legate e incapaci di muoversi. Il carrello va dritto verso di loro. Ti trovi a una certa distanza dallo scalo ferroviario, vicino a una leva. Se la tiri il carrello passerà a un altro binario. Tuttavia noti che c’è una persona sul binario laterale. Hai due (e solo due) opzioni: non fare nulla, nel qual caso il carrello ucciderà le cinque persone sul binario principale, o tirare la leva, deviando il carrello sul binario laterale dove ucciderà una persona. Che fare? Ne sacrifichiamo uno per salvarne molti oppure non facciamo nulla, tanto non è colpa nostra se quel carrello sfreccia a tutta velocità verso i 5 sventurati?
La letteratura attorno a questo dilemma è vasta. Tra le soluzioni proposte c’è chi suggerisce di gettare l’uomo da sacrificare sul carrello per fermarlo, per poi recuperarne gli organi e donarli. Il dilemma è recentemente rientrato nelle interrogazioni etiche sui veicoli autonomi, che richiedono una programmazione su chi e cosa colpire nel caso di collisioni inevitabili. Decine di studi sul trolley hanno evidenziato che il 90% degli intervistati sacrificherebbe l’uomo per salvare gli altri.
Un team della Michigan State University ha usato la realtà virtuale per testare come rispondiamo fisiologicamente al dilemma di fronte a uno scenario realistico, con vittime dall’aspetto reale che urlano in modo agghiacciante all’avvicinarsi del carrello. I 147 soggetti avevano anche degli elettrodi attaccati alla loro pelle per misurare le risposte involontarie del sistema nervoso di fronte allo stress. In 133 (90%) hanno tirato la leva, tutti con bassa reattività fisiologica. Chi controlla meglio le proprie emozioni è più propenso a uccidere il singolo.
In un altro studio viene chiesto ai soggetti se userebbero le loro mani per spingere una persona sola da un binario per salvarne cinque: solo la metà lo farebbe. Non vogliamo sporcarci le mani. E se l’individuo è un parente stretto? I due terzi non hanno dubbi: ammazzano gli altri cinque. Presto per trarre conclusioni? Le neuroscienze intanto studiano le diverse aree cerebrali coinvolte. La chiave è nella differenza tra uccidere e lasciar morire. D’altronde spingere una leva non è come premere un grilletto.
di Daniel Bulla
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Tag: scienza
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