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Il Ken Sirenetto né carne né pesce

Rivoluzione alla Mattel che per la prima volta osa un restyling di Ken, ora sirenetto dai tratti marcatamente femminili. In attesa che, prima o poi, esca anche un Ken coi guanti da cucina intento a lavare i piatti! 
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Il Ken Sirenetto né carne né pesce

Rivoluzione alla Mattel che per la prima volta osa un restyling di Ken, ora sirenetto dai tratti marcatamente femminili. In attesa che, prima o poi, esca anche un Ken coi guanti da cucina intento a lavare i piatti! 
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Il Ken Sirenetto né carne né pesce

Rivoluzione alla Mattel che per la prima volta osa un restyling di Ken, ora sirenetto dai tratti marcatamente femminili. In attesa che, prima o poi, esca anche un Ken coi guanti da cucina intento a lavare i piatti! 
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Rivoluzione alla Mattel che per la prima volta osa un restyling di Ken, ora sirenetto dai tratti marcatamente femminili. In attesa che, prima o poi, esca anche un Ken coi guanti da cucina intento a lavare i piatti! 
Negli anni abbiamo visto sugli scaffali versioni di Barbie Curvy, di colore, asiatiche, Barbie dottoressa, ingegnere, insegnante di sci, camperista ecc. Mai fino ad oggi questo processo di modernizzazione aveva incluso il tanto adorato compagno di avventure Ken. Da giugno 2022, anche lui sarà protagonista del processo di inclusività che sta interessando la Mattel, come molte altre aziende (Lego, per esempio, ha annunciato proprio di recente che eliminerà le etichette di genere dalle proprie confezioni, per cui non vedremo più “per bambini” o “per bambine”).  Sarà infatti possibile acquistare un’edizione limitatissima di Ken sirenetto, un tritone da 100 dollari che nulla ha a che fare con il maschio super muscoloso degli anni ’90. Una scelta voluta proprio dagli acquirenti che hanno risposto a un sondaggio lanciato dall’azienda per chiedere consiglio sui nuovi modelli da proporre. L’idea è nata pensando a tutti quei bambini che non si sentono vicini né alle bambole femminili né a quelle maschili attualmente messe in commercio dal marchio. Queste ultime rappresentano tra l’altro, un modello di mascolinità stantio e scorretto che però, al contrario della compagna bionda, ancora non ha visto una reale evoluzione. Nobilissima l’idea di proporre un modello maschile differente dal solito ma non è chiaro in che modo un essere mitologico tritone dovrebbe suggerire un modello di mascolinità differente ai bambini. Abbiamo visto di recente una Samantha Cristoforetti in versione Barbie suggerire a migliaia di bambine di andare oltre i propri limiti, sognare in grande, sfruttare il proprio potenziale.  Perché mai quando si tratta di rivedere i canoni maschili bisogna renderli più vicini a quelli femminili? Forse bisognerebbe smettere di continuare con questa distinzione e trovare una nuova modalità che preveda delle bambole maschio che ispirino, più che scimmiottare. Come canta il mitico Caparezza: “un vero uomo si dovrebbe alzare per lavare i piatti!”. Sarebbe davvero interessante vedere un Ken padre, un Ken che sparecchia e stira, un Ken infermiere, un Ken ambizioso e in carriera che riesce incredibilmente a conciliare tutti i ruoli, un Ken astronauta prima ancora di vedere sul mercato un Ken sirenetto. Questo sì sarebbe d’aiuto, suggerendo una realtà in cui le distinzioni tra uomini e donne siano solo quelle fisiche. Le bambole sono lo spunto da cui partire per costruire quel mondo possibile, perché è anche da lì che passa la fantasia dei bambini e la loro formazione come individui.  Il mondo esterno può essere emulato o totalmente abbandonato ma è inevitabile sottolineare l’estremo potere che le aziende di giocattoli possiedono quando danno vita a un nuovo personaggio. Attraverso il gioco, abbiamo la possibilità di suggerire ai bambini un mondo nuovo, magari migliore. Per questo la responsabilità delle aziende che operano in questo settore è tutto fuorché un gioco. di Elena Bellanova

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