Il razzo di Elon Musk, fallire non è un’onta. Quando lo capiremo?
| Società
Il razzo di Elon Musk fatto esplodere ieri non rappresenta un fallimento come hanno riportato in molti oggi sui giornali ma un passaggio necessario per il successo
Il razzo di Elon Musk, fallire non è un’onta. Quando lo capiremo?
Il razzo di Elon Musk fatto esplodere ieri non rappresenta un fallimento come hanno riportato in molti oggi sui giornali ma un passaggio necessario per il successo
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Il razzo di Elon Musk, fallire non è un’onta. Quando lo capiremo?
Il razzo di Elon Musk fatto esplodere ieri non rappresenta un fallimento come hanno riportato in molti oggi sui giornali ma un passaggio necessario per il successo
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AUTORE: Ilaria Cuzzolin
Ieri si è scritta una pagina di storia. Stare con la testa all’insù per ammirare un razzo alto 40 piani, dotato di 33 motori e capace di trasportare fino a 100 passeggeri, è qualcosa che non si era mai visto prima. Eppure oggi sulle prime pagine dei giornali molti hanno deciso di non mettere in luce la meraviglia di un evento unico bensì di soffermarsi sul malfunzionamento di alcuni motori e la conseguente decisione di far esplodere il razzo. I titoli parlano di fiasco senza capire che in realtà si è trattato di uno straordinario successo.
Questa è solo una parte della storia, l’unica possibile per chi abbia la tendenza a vedere sempre il bicchiere mezzo vuoto. E in questo, noi italiani – spiace dirlo – siamo maestri. Ma chi, per una volta, avesse voglia di soffermarsi sul contenitore pieno, capirebbe senza fatica che quanto accaduto ieri non rappresenta un fallimento. Tutto è andato come doveva andare. Il cammino di Musk, un domani, di arrivare su Marte sarà irto di nuovi ostacoli. Serviranno altri test e altrettanti incidenti di percorso.
Alcune grandi conquiste dell’uomo spesso sono nate da errori o dal caso; molte altre sono nate dalla testardaggine di quegli uomini che non si sono arresi alla prima difficoltà. La stessa conquista della Luna non è arrivata da un giorno all’altro. Numerose furono le missioni non andate a buon fine. Pensiamo cosa sarebbe accaduto se, dopo l’incendio che uccise tre astronauti a bordo dell’Apollo 1, avessimo deciso di mollare il colpo? Il mondo, oggi, sarebbe un luogo diverso.
Capire che dietro a qualcosa che va storto ci sia sempre qualcosa da imparare è il primo passo per l’evoluzione personale e dell’umanità intera. Se nella cultura anglosassone il concetto di “fallimento come arricchimento” (e come passaggio inevitabile al successo) sembra ormai assodato, in Italia facciamo ancora molta fatica: il fallimento resta un’onta da tenere nascosta, quasi una vergogna.
Si finisce col leggere sempre di successi e quasi mai degli inevitabili inciampi.
Elon Musk e il suo team di ingegneri sapevano perfettamente che qualcosa poteva non funzionare ieri. Gli applausi al momento dell’esplosione lo confermano.
“Congratulazioni al team di SpaceX per l’emozionante lancio di prova Starship! – ha twittato ieri il tycoon visionario – Abbiamo imparato molto per il prossimo decollo tra pochi mesi”. Una sferzata di positivismo e cocente entusiasmo arrivata in una giornata non proprio come le altre dato che solo ieri ha perso qualcosa come 10 miliardi di dollari dopo il tonfo di Tesla in Borsa.
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