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Il tempo della Milo e l’ipocrisia

Il tempo della Milo e l’ipocrisia

Sandra Milo ha avuto una vita pienissima, libera, priva di tabù: perché oggi una donna del genere, invece, non possiamo permettercela?
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Il tempo della Milo e l’ipocrisia

Sandra Milo ha avuto una vita pienissima, libera, priva di tabù: perché oggi una donna del genere, invece, non possiamo permettercela?
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Il tempo della Milo e l’ipocrisia

Sandra Milo ha avuto una vita pienissima, libera, priva di tabù: perché oggi una donna del genere, invece, non possiamo permettercela?
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Sandra Milo ha avuto una vita pienissima, libera, priva di tabù: perché oggi una donna del genere, invece, non possiamo permettercela?
Sandra Milo ha avuto una vita piena, pienissima. Di soddisfazioni professionali, personali, di dolori, amori, abbandoni. Una storia romanzesca la sua, sullo sfondo di un’Italia che ha fatto in tempo a cambiare più volte durante una lunga e affascinante esistenza. Difficile per chi l’ha vista solo già molto in avanti con gli anni e in qualche misura impegnata a recitare se stessa poter immaginare la “musa“ di Federico Fellini, uno dei più grandi geni della storia del cinema e fra i più illustri italiani di sempre. Quando “musa” significava tante cose, senza alcuna necessità di stare a elencarle, specificarle, categorizzarle. “Musa” anche di Bettino Craxi, in una relazione di passione totalizzante. Nel caso della Milo, almeno. Mai negata o edulcorata, ma presentata con il passare del tempo sempre più per quella che era stata, dal suo punto di vista naturalmente. Non possiamo non pensare a quante cose siano cambiate per sempre, a quanto oggi risulterebbe inaccettabile non tanto quella relazione, ma il modo in cui lei ne ha parlato per lunghi anni. Le veniva concesso perché era Sandra Milo, perché il (suo) passato aveva un peso specifico, perché davanti ai tanti anni anche gli immancabili censori della domenica che affollano i panorami odierni se ne stavano un po’ zitti. Come non pensare, però, che una donna del genere oggi risulterebbe indigesta, finirebbe per essere bollata come vittima, succube del maschio potente o famoso, magari emblema del patriarcato e così andare. Magari era solo libera, molto più libera di chi oggi passa le sue giornate a puntare il ditino contro gli altri, a cercare la magagna in ogni fiato, a guardare dalla toppa della serratura sostenendo di fare “debunking”. Una come Sandra Milo oggi non ce la potremmo permettere, piaccia o non piaccia abbiamo questa sensazione. Come la meravigliosa Emma Stone di “Povere Creature” in corsa per gli Oscar del prossimo marzo: troppo diretta, anticonformista, spregiudicata, amante della vita, delle emozioni forti, del sesso, del suo corpo per non indurre alla follia i benpensanti. Siamo convinti di essere molto emancipati e molto rispettosi, ma allora perché i veri anticonformisti ci fanno così tanta paura? Perché, come detto, una come Sandra Milo oggi non riusciamo neppure a immaginarla? Ricordando uno straordinario personaggio, almeno vale la pena porsi queste domande. di Fulvio Giuliani

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