Istat, entro 2050 calo di 7,7 mln abitanti in fascia 15-64 anni
Sono alcuni dei dati di uno studio Istat aggiornato al 2024 che analizzano in prospettiva nascite e morti entro il 2080

Istat, entro 2050 calo di 7,7 mln abitanti in fascia 15-64 anni
Sono alcuni dei dati di uno studio Istat aggiornato al 2024 che analizzano in prospettiva nascite e morti entro il 2080
Istat, entro 2050 calo di 7,7 mln abitanti in fascia 15-64 anni
Sono alcuni dei dati di uno studio Istat aggiornato al 2024 che analizzano in prospettiva nascite e morti entro il 2080
Un calo di 7,7 milioni di abitanti (da 37,4 del 2025 a 29 milioni) in Italia entro il 2050 nella fascia 15-64 anni, il calo del numero medio di componenti in una famiglia (da 2,21 a 2,03) e la crescita – da 4,6 a 6,5 milioni – di anziani che vivranno da soli. Sono alcuni dei dati di uno studio Istat aggiornato al 2024. L’Istat, in una nota, informa che “l’attesa futura diminuzione della popolazione residente segue l’andamento negativo registrato negli ultimi 10 anni.
Lo scenario di previsione “mediano” delinea un ulteriore calo di 478mila individui entro il 2030 (58,5 milioni), con un tasso di variazione medio annuo pari al -1,2‰. Nel medio termine la diminuzione della popolazione subisce un’accelerazione: da 58,5 milioni a 54,7 milioni tra il 2030 e il 2050 (tasso di variazione medio annuo pari al -3,3%) Sul processo di spopolamento, il fenomeno sarà nazionale, ma “con alcune differenze a livello geografico. Tale variabilità farà sì che nel Mezzogiorno il fenomeno raggiunga una dimensione maggiormente significativa rispetto al Centro-nord”, rileva l’Istat, “Secondo lo scenario mediano, nel breve termine si prospetta nel Nord un lieve ma significativo incremento di popolazione (+1,1‰ annuo fino al 2030).
Al contrario nel Centro (-1,3‰) e soprattutto nel Mezzogiorno (-4,8‰) si preannuncia un calo di residenti. L’Istat indica che nel periodo intermedio (2030-2050), e ancor più nel lungo termine (2050-2080), il calo di popolazione sarà invece generalizzato in tutte le ripartizioni geografiche, ma nel Mezzogiorno l’intensità della diminuzione raggiungerà livelli più alti. Nel lungo periodo, la popolazione del Nord potrebbe ridursi di 2,8 milioni di abitanti entro il 2080 ma di appena 200mila se si guarda al 2050. Ben diverso è il percorso evolutivo della popolazione nel Mezzogiorno, la quale nel 2080 potrebbe ridursi di 7,9 milioni di abitanti, 3,4 milioni dei quali già entro il 2050.
Tra il 2024 e il 2080, si avrebbero complessivamente 20,5 milioni di nascite, 43,7 milioni di decessi, 18,0 milioni di immigrazioni dall’estero e 8,2 milioni di emigrazioni per l’estero. E’ lo scenario disegnato da uno studio Istat, secondo cui “da oltre 15 anni l’Italia affronta un ricambio naturale negativo, alla base della riduzione della popolazione, nonostante la parziale contropartita di dinamiche migratorie con l’estero di segno positivo”.
“La misura dell’incertezza associata alle varie ipotesi sul futuro comportamento demografico spinge ad affermare che fino al 2080 sarà improbabile riportare in equilibrio l’odierna distanza tra nascite e decessi. Infatti, anche negli scenari di natalità e mortalità più favorevoli il numero di nascite non compensa quello dei decessi”, riferisce l’Istat, che definisce “ampiamente positivo il saldo migratorio netto con l’estero”: si prevede una prima fase più intensa, fino al 2040, cui corrisponde una media di flussi netti poco inferiore alle 200mila unità annue. Segue, quindi, una fase di stabilizzazione che si protrae fino al 2080 a una media annuale di 165mila unità”.
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
- Tag: denatalità, società
Leggi anche

Bandiere blu, in Italia è nuovo record: 293 nel 2025

Autismo ridefinito e terapie

Le ipocrisie sull’overtourism
