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Italiani senza cittadinanza: ius scholae sì o no?

La proposta di legge sullo  ius scholae intende colmare il vuoto giurisdizionale per l’ottenimento della cittadinanza. Questo potrebbe portare un cambiamento importante nel Paese dopo trent’anni.
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Italiani senza cittadinanza: ius scholae sì o no?

La proposta di legge sullo  ius scholae intende colmare il vuoto giurisdizionale per l’ottenimento della cittadinanza. Questo potrebbe portare un cambiamento importante nel Paese dopo trent’anni.
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Italiani senza cittadinanza: ius scholae sì o no?

La proposta di legge sullo  ius scholae intende colmare il vuoto giurisdizionale per l’ottenimento della cittadinanza. Questo potrebbe portare un cambiamento importante nel Paese dopo trent’anni.
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La proposta di legge sullo  ius scholae intende colmare il vuoto giurisdizionale per l’ottenimento della cittadinanza. Questo potrebbe portare un cambiamento importante nel Paese dopo trent’anni.
Sembra quasi una proposta romantica quella utilizzata dalla campagna di sensibilizzazione del gruppo social italiani senza cittadinanza, che attraverso un video mostra una ragazza sorridente e speranzosa che regge un cartello con la scritta “Italia, dimmi di sì”. In realtà, invia un messaggio molto chiaro: ovvero che da troppo tempo l’Italia ha temporeggiato, lasciandosi dietro una parte di cittadini italiani che subiscono ancora discriminazioni Si tratta di tutti quei ragazzi nati o cresciuti in italia da genitori stranieri oppure giunti in giovane età nel bel Paese, magari ancora bambini.  Parlano italiano perfettamente, magari ascoltano musica neomelodica, ricordano tutte le sigle dei cartoni animati in onda nel pomeriggio su Italia 1 e, cosa più importante di tutte, hanno frequentato il ciclo scolastico praticamente per intero in Italia. Italiani a tutti gli effetti, tranne che per la legge italiana, che ancora non riconosce loro la cittadinanza senza passare per  lunghissime trafile. Con la proposta di legge sullo ius scholae, avanzata dal presidente della Commissione Affari costituzionali Giuseppe Brescia (Movimento 5 Stelle), si intende riconoscere la cittadinanza italiana ai minori di origine straniera, nati in Italia o arrivati prima di aver compiuto dodici anni, che abbiano completato almeno cinque anni di studio nelle scuole italiane. Una proposta che ha sicuramente diviso i parlamentari con un’opposizione netta di Lega e Fratelli d’Italia. Per comprenderne le motivazioni, facciamo un passo indietro. Attualmente in Italia viene riconosciuto il conseguimento della cittadinanza in due soli casi: per diritto di nascita da genitori italiani (iure sanguinis – o per nascita sul suolo italiano (ius soli), che interviene anche in una serie di casi di difficile gestione (genitori ignoti o impossibilitati a trasmettere la propria cittadinanza).  La cittadinanza, inevitabilmente, è un fattore fondamentale che accelera il processo di integrazione poiché intende riconoscere la pienezza dei diritti civili e politici, considerando l’influenza dell’individuo nelle scelte che coinvolgono il territorio di cui fanno parte. Questa indecisione, come sempre, ha a che fare con qualcosa di più profondo della burocrazia ed è una visione retrograda ancora difficile da sradicare che si rifà ad una legge (n.91/1992) ormai vecchia di trent’anni. È indiscutibile poi quanto volontariamente scoraggianti siano le prassi amministrative per chi rientra nei criteri per richiedere la cittadinanza. Per riuscire ad ottenere un’evoluzione su carta pari a quella a cui stiamo assistendo in prima persona nel nostro Paese (basta fare un giro per accertarsi della varietà di culture ed etnie presenti, perfettamente integrate) il ruolo della scuola, oggi più che mai, possiede un potente fattore di integrazione, ed è su questo che bisogna puntare, e su questo intende farlo la nuova proposta di legge. Moltissimi gruppi si sono uniti per fare chiarezza e far sentire la propria voce sui social nella speranza che quella fetta di popolazione smetta di essere invisibile. “Sono trent’anni che aspettiamo questo momento, di cosa hai paura?” recita il cartello tenuto in mano dalla giovane ragazza nel video. In attesa di un riscontro, presumibilmente in arrivo, entro l’estate. di Elena Bellanova

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