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Il tiramisù e l’equivoco degli inglesi

Cibo e sesso. Gli inglesi non riescono proprio a fare a meno degli stereotipi quando si tratta di noi italiani. Questa volta il protagonista è il tiramisù, definito come “il viagra in un budino”.
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Il tiramisù e l’equivoco degli inglesi

Cibo e sesso. Gli inglesi non riescono proprio a fare a meno degli stereotipi quando si tratta di noi italiani. Questa volta il protagonista è il tiramisù, definito come “il viagra in un budino”.
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Il tiramisù e l’equivoco degli inglesi

Cibo e sesso. Gli inglesi non riescono proprio a fare a meno degli stereotipi quando si tratta di noi italiani. Questa volta il protagonista è il tiramisù, definito come “il viagra in un budino”.
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Cibo e sesso. Gli inglesi non riescono proprio a fare a meno degli stereotipi quando si tratta di noi italiani. Questa volta il protagonista è il tiramisù, definito come “il viagra in un budino”.
«Viagra in a pudding!». Il Viagra in un budino. Non c’è niente da fare, gli inglesi ci amano, ma a modo loro, con quel lievito degli stereotipi di cui non sanno fare a meno: spaghetti, pizza, mandolino e ora pure il dolce afrodisiaco, un Viagra da ghiottoni. A leggere la paginata del quotidiano “Daily Mail” dedicata al tiramisù, accompagnata da una foto che ritrae la bocca di una donna con un rossetto brillante e un tiramisù che si avvicina alle labbra, più che sentirsi orgogliosi (come italiani), viene da ridere. Secondo il giornale inglese infatti se ti senti pigro, privo della vigoria necessaria ma ancora desideroso di fare bella figura in camera da letto, per sollevarsi esistono vari modi. Ostriche e champagne. Cucchiaino di miele con ginseng in polvere. Una buona dose di fichi maturi. Oppure lui, il tiramisù: una bella porzione e l’afrodisiaco è servito. Chissà se Ado Campeol, considerato il ‘babbo’ del tiramisù e scomparso da pochi giorni, sarebbe felice di questa qualità attribuita al suo straordinario dolce. Di certo c’è che si tratta di una vera e propria goduria dolciaria ma da lì a raccontarlo come il Viagra del XX secolo ce ne corre. D’accordo, noi italiani abbiamo una fama che ci precede – si pensi solo alle “Memorie” del veneziano Giacomo Casanova (tra l’altro Campeol era veneto, di Treviso) – ma gli amici inglesi a volte esagerano. Per esperienza possiamo dire che, dopo una bella mangiata, il tiramisù è la giusta cavalcata finale… per il palato. Di sicuro meglio, molto meglio, di un plumcake.   di Aldo Smilzo

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