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La fuga dei prof da Milano e le verità scomode

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Quasi 800 insegnanti di scuole medie e superiori hanno lasciato Milano per tornare nelle loro province d’origine: capiamo il fenomeno

La fuga dei prof da Milano e le verità scomode

Quasi 800 insegnanti di scuole medie e superiori hanno lasciato Milano per tornare nelle loro province d’origine: capiamo il fenomeno

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La fuga dei prof da Milano e le verità scomode

Quasi 800 insegnanti di scuole medie e superiori hanno lasciato Milano per tornare nelle loro province d’origine: capiamo il fenomeno

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Quasi 800 insegnanti di scuole medie e superiori hanno lasciato la provincia di Milano negli ultimi mesi per tornare nelle province d’origine o comunque per avvicinarsi “a casa“.
Fenomeno tutt’altro che sorprendente, considerato che stiamo parlando della città di gran lunga più cara d’italia – anche dagli stipendi, opportunità e tenore di vita fra i più alti e invidiabili, cosa che quasi mai si ricorda quando si affrontano questi temi – ostica, se non fuori portata, con determinati stipendi.

La circostanza è confermata anche dal non irrilevante numero di insegnanti che hanno scelto di spostarsi in altre province lombarde, senza necessariamente affrontare il viaggio di ritorno verso il Sud Italia. Lasciamo pur da parte il tema Milano, che meriterebbe di essere affrontato con altra onestà intellettuale, e concentriamoci sui professori.

Prima di piangere lacrime ipocrite su quanto poco vengano pagati, proviamo a fare un paio di considerazioni non molto di moda in Italia. Tanto per cominciare, una riflessione generale su quanto sia basso il rispetto della pubblica opinione nei loro confronti – in media, si intende – così da giustificare agli occhi di molti gli stipendi insopportabilmente bassi, rispetto alle responsabilità. Senza andare troppo lontano, si pensi al ruolo straordinario degli insegnanti delle materne e delle elementari, in buona misura disconosciuto appena i nostri pupi passano alle medie. Come se non bastasse, il più delle volte i prof ci vanno bene solo se coccolano gli alunni e non mettono brutti voti, con buona pace della loro preparazione. Altrimenti sono guai.

Seconda considerazione: se volessimo pagare in modo sensibilmente migliore i professori, dovremmo necessariamente accettare una politica premiale nei loro confronti. Seria, però, non le carnevalate che ogni tanto vengono annunciate e puntualmente smentite. Se continueremo ad abbassare l’asticella, pur di tenere sempre tutti allo stesso livello – dagli appassionati ai totali menefreghisti – cosa potremmo mai sperare di ottenere? Per tanti questa professione meravigliosa, affascinante e indispensabile a una società libera ed evoluta resterà un ripiego. Quello che si può fare, approdando a un posto e a uno stipendio fissi. Senza grandi pretese, ma sicuri della stabilità alla Zalone.

È la scuola che abbiamo irresponsabilmente creato negli ultimi anni, la colpa è di noi tutti e limitarsi a sottolineare la fuga da questa o quella città troppo cara è l’ennesimo trionfo di un’insopportabile ipocrisia.

di Fulvio Giuliani

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