C’è la tragedia di un ragazzo di 14 anni che dopo aver preso un brutto voto a scuola si lancia dalla finestra. Quello che è accaduto al liceo scientifico di Ruvo di Puglia non è un unicum, sono diversi i casi di ragazzi che reagiscono in modo drammatico a quello che è un normale scivolone scolastico. Nella circostanza specifica peraltro tutta la classe nell’interrogazione a sorpresa si era beccata un’insufficienza, non solo lui.
Un dramma che merita rispetto e che però racconta come a volte la fragilità di questi giovanissimi non venga percepita e di come vi possa essere nei ragazzi l’incapacità di affrontare una sconfitta, di quelle che si imparano fra i banchi di scuola ma di cui poi è piena la vita. Frutto forse anche di una società in cui si è abituati a perseguire la soddisfazione immediata, in cui tutto sembra a portata di mano e a disposizione senza particolari sforzi.
Succede così che un inciampo si trasformi in qualcosa di insormontabile, una vergogna insopportabile, anche quando non lo è. Di brutti voti è fatta la storia scolastica di chiunque e imparare a gestire una battuta d’arresto è un momento fondamentale nella trasformazione verso l’età adulta. Spiegarlo spetta certo ai genitori, anche se poi rimane il fatto che dietro un gesto drammatico possano esserci dinamiche difficilmente comprensibili. Nessun ragazzo deve pensare che un’insufficienza sia una vergogna, soprattutto è necessario far comprendere loro che anche di sconfitte è fatta la vita. E che queste fanno parte del percorso di crescita.
di Gaia Bottoni
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