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L’imprenditrice: “Se si paga il giusto, il personale si trova. I benefit? Non è buonismo”

San Marco Group,  colorificio veneto, darà 6000 ai futuri genitori: “Non lo facciamo perché siamo buoni. E’ investimento sulle persone” dice Mariluce Geremia, responsabile HR
E’ stato coniato un termine, ormai entrato di diritto nel linguaggio corrente, per definire quei luoghi di lavoro dove tutti vorrebbero essere. Li chiamano “places to be” e uno di questi – da quello che si legge in Rete –  è sicuramente la San Marco Group, un’azienda di vernici di Marcon, in provincia di Venezia, presente in oltre 100 paesi nel mondo  Da quando ancora non era di moda parlare di welfare aziendale, il gruppo è sempre stato molto attivo sul fronte dei benefit. L’ultima iniziativa in ordine di tempo prevede un contributo da 6000 euro per quei dipendenti in attesa di un figlio. Ne abbiamo parlato con Mariluce Geremia, quarta generazione a capo della società che ricopre il ruolo di responsabile delle risorse umane.  “Voglio essere chiara – dice – quello che facciamo per i nostri dipendenti non è buonismo ma un investimento sulle persone che ci torna indietro”.  Tra i corridoi della San Marco, per esempio, ci si imbatte in dispenser di frutta fresca, la mensa aziendale è una realtà decennale,  per le vacanze si può usufruire degli appartamenti che il gruppo possiede nelle Marche e nella vicina Croazia. “Abbiamo sempre tenuto conto che la famiglia lavorativa non può essere scollegata da quella che resta a casa – continua – Da noi si sta bene e la conferma arriva dal fatto che abbiamo un turn over molto basso. Avere un continuo via vai di personale è un costo per l’azienda. Queste politiche di welfare, inoltre, ci  aiutano ad attirare talenti in una zona d’Italia che non è né Milano né Roma”. Tante piccole attenzioni per cui anche chi potrebbe stare a casa in smart working preferisce venire al lavoro. Quando le chiediamo cosa pensi delle polemiche che incendiano i social quando l’imprenditore di turno riferisce di non trovare personale nonostante sembri offrire stipendi più che dignitosi, la Geremia ha pochi dubbi: “Se si paga il giusto, non esistono di questi problemi. Da noi un operaio entra con una busta paga base di 1800-1900 euro per 15 mensilità. Anche gli stagisti che si fermano 6 mesi vengono retribuiti con 800 euro mensili, vitto e alloggio compreso per chi viene da lontano, perché conservino un approccio positivo per il loro futuro professionale”.  Il segreto del successo sta nell’ascolto. La San Marco lo fa attraverso dei questionari molto snelli, inoltrati nel gruppo Whatsapp della società. Una delle necessità che era emersa, ultimamente, era proprio legata alla famiglia. Da qui il “bonus” da 6000 euro per i futuri genitori. “Si tratta di una cifra importante – continua la manager – ma ci tenevamo anche a sostenere il valore della genitorialità condivisa, dando rilievo alla figura paterna. Siamo un’azienda chimica, pertanto gli uomini da noi arrivano quasi al 70 per cento. Da qui l’idea di raddoppiare il congedo parentale dei neopapà elevandolo a 20 giorni, esattamente il doppio rispetto a quello consentito per legge”. In tempi in cui si parla ancora di dimissioni in bianco, soprattutto per le donne, e salti mortali per riuscire a coniugare la vita lavorativa a quella di genitori è già moltissimo. Eppure si può sempre fare qualcosa di più. E così ha fatto il colorificio veneto che ha avviato un percorso di coaching con uno psicologo aziendale per aiutare soprattutto i papà nel loro nuovo ruolo.   “Ma sulla nostra piattaforma Education Hub, che abbiamo lanciato durante il Covid e che devo ammettere è stata sfruttata moltissimo si trovano corsi di vario tipo come quelli per tenere la mente sempre in allenamento, di lingua o il tempo libero”.  Come detto, sono un’azienda prettamente al maschile ma ciò non ha tolto l’interesse per promuovere i valori della parità di genere. Per questo la San Marco sta lanciando delle borse di studio in collaborazione con le Università di Padova e di Venezia per incentivare la partecipazione delle giovani studentesse nelle materie in ambito STEM.  E poi vanno nelle scuole a raccontare un aspetto importante: che non esistono lavori da uomini né da donna, ma solo lavori fatti con passione. Se poi si possono svolgere con il sostegno del proprio datore di lavoro, la serenità di tutti è pressoché garantita.

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