
L’incapacità di lasciarsi in modo civile
Il comico Maurizio Battista scrive su Facebook una lettera alla figlia di cinque anni e l’ex compagna si infuria. Non conta chi abbia ragione, ma conta riconoscere che andrebbe tutelato il diritto dei piccoli ad un’infanzia serena.
| Società
L’incapacità di lasciarsi in modo civile
Il comico Maurizio Battista scrive su Facebook una lettera alla figlia di cinque anni e l’ex compagna si infuria. Non conta chi abbia ragione, ma conta riconoscere che andrebbe tutelato il diritto dei piccoli ad un’infanzia serena.
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L’incapacità di lasciarsi in modo civile
Il comico Maurizio Battista scrive su Facebook una lettera alla figlia di cinque anni e l’ex compagna si infuria. Non conta chi abbia ragione, ma conta riconoscere che andrebbe tutelato il diritto dei piccoli ad un’infanzia serena.
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Il comico Maurizio Battista scrive su Facebook una lettera alla figlia di cinque anni e l’ex compagna si infuria. Non conta chi abbia ragione, ma conta riconoscere che andrebbe tutelato il diritto dei piccoli ad un’infanzia serena.
Papà scrive su Facebook una ‘lettera’ alla figlia e mamma si infuria. Quello che è successo fra il comico Maurizio Battista e la ex compagna Alessandra Moretti accade a tante coppie: l’amore è finito. Lui però ha avuto la malaugurata idea non solo di rendere pubblica la rottura ma anche di usare i social per un messaggio alla loro bimba di cinque anni, per dirle che lei resterà comunque al centro del suo mondo.
Condivisibile o meno la scelta di usare il web per raccontare la vita privata, sta di fatto che la reazione dell’ex compagna – che l’ha definito «un megalomane» e l’ha invitato a raccontare la verità sulla fine della loro relazione – accende i riflettori su un tema ben più delicato. Le separazioni possono essere dolorose e lo sono ancora di più quando i figli si ritrovano in mezzo a conflitti di cui non sono ovviamente in alcun modo responsabili.
È questo uno dei casi, anche se la bambina è fortunatamente troppo piccola per leggere la diatriba social fra i suoi genitori. La verità di come sia andata fra loro la sanno solo i diretti interessati e alla fine non è neppure così importante. Perché qui non si tratta di capire chi abbia ragione e chi torto ma piuttosto di non saper riconoscere – che si tratti di personaggi pubblici o meno – che esiste un bene superiore che andrebbe tutelato.
E questo è il diritto dei bambini a vivere un’infanzia serena a prescindere dagli errori dei genitori. Il problema non è lasciarsi, ma passare il tempo a farsi la guerra. Dentro o fuori dai social.
di Annalisa Grandi
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