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Loda e imbroda, voti alti e cultura bassa

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Con il boom di promozioni e “tesine” cum laude all’esame di maturità (di questi tempi è più facile venire promossi con lode che vestirsi la mattina) anche lo Stato tira la cinghia

Lode maturità

Loda e imbroda, voti alti e cultura bassa

Con il boom di promozioni e “tesine” cum laude all’esame di maturità (di questi tempi è più facile venire promossi con lode che vestirsi la mattina) anche lo Stato tira la cinghia

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Loda e imbroda, voti alti e cultura bassa

Con il boom di promozioni e “tesine” cum laude all’esame di maturità (di questi tempi è più facile venire promossi con lode che vestirsi la mattina) anche lo Stato tira la cinghia

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Con il boom di promozioni e di ‘tesine’ cum laude all’esame di maturità – di questi tempi è più facile venire promossi con lode che vestirsi la mattina – anche lo Stato tira la cinghia. Dopo anni di ridimensionamento, il bonus in denaro destinato agli studenti che conseguono il diploma con il massimo dei voti quest’anno sarà di 600 euro abbondanti: 615 per la precisione. Tempi duri, se si considera che siamo lontani dai 1.000 euro previsti inizialmente dal Programma nazionale di valorizzazione delle eccellenze del 2007, quando – con più studenti iscritti – i ‘pieni voti’ se li aggiudicarono in 3.500 in tutta Italia.

Ora le bocciature restano al minimo (fermano soltanto lo 0,2% dei maturandi) e la quantità di ‘lodi’ che ogni anno piove sui neo diciottenni appare quantomeno sospetta. In termini non tanto di quantità (quest’anno sono state 12.700, ma non abbiamo gli strumenti per verificare se tutti siano stati così meritevoli da guadagnarsi il massimo dei voti) ma di distribuzione sul territorio. Se in Lombardia, Trentino e Veneto quest’anno sono state poco più dell’1% (0,2% in Valle d’Aosta), le percentuali sono decisamente più alte in Calabria (5,4%), Puglia (5,1%) e Sicilia (4,2%). Addirittura per i diplomati con 100 – dati del Ministero alla mano – la Calabria è l’unica regione che segna una percentuale a due cifre: 12,4%. Insomma, di questo passo il bonus ai giovani meritevoli rischia di costarci caro, quando a essere agevolati – più che i consumi di ragazze e ragazzi – dovrebbero essere gli studi di questi ultimi.

Anche perché, se si finanziano i consumi, serve trovare delle strade per fare in modo che chi riceve il bonus faccia acquisti coerenti. In questi anni, fatta l’erogazione, sono piovute le truffe. A Catania, pochi mesi fa, il sequestro di 400mila euro a carico di un imprenditore che con l’e-commerce incassava i fondi del Ministero assegnati ai ragazzi, dando loro in cambio prodotti che non sarebbero stati ammessi all’agevolazione, come smartphone e tablet (ma è successo anche di peggio). È pur vero che la maggior parte dei giovani userà i soldi con criterio (altrimenti perché avrebbero dovuto ottenere i pieni voti a scuola?). E in ogni caso si rassereni chi ha mancato la lode. Ha debuttato la nuova “Carta della Cultura”, che continuerà ad assegnare a tutti, indistintamente, voucher di 500 euro per gli stessi consumi culturali a cui era possibile accedere con “18App”, il bonus introdotto dal governo Renzi per i neo maggiorenni.

Insomma, nessuno resterà deluso. Come al temutissimo esame di maturità, del resto.

di Enrico Galletti

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