Marica Branchesi, la forza della passione e la ricerca della realizzazione
Marica Branchesi, la forza della passione e la ricerca della realizzazione
Marica Branchesi, la forza della passione e la ricerca della realizzazione
Nessuno si sognerebbe mai di chiedere a Marica Branchesi – anche se lei ne parla e ringrazia di avere una «famiglia paritaria» con il marito – se abbia figli o se abbia intenzione di averne, perché nel suo caso il talento spazza via scuse, luoghi comuni e inutili protagonismi. Condizione limite la sua, si dirà, ma gli esempi servono proprio a questo: a ricordarci la forza insopprimibile della passione e della ricerca della realizzazione personale.
Marica Branchesi non è soltanto una straordinaria scienziata, il cui lavoro per noi comuni mortali resta tanto affascinante quanto incomprensibile: è un monito. La vita è sostanzialmente una sequenza di scelte e il compito di una società moderna e avanzata è quello di ridurre per quanto più possibile gli ostacoli oggettivi alla libertà di scelta (cancellarli è un’utopia, ma è dall’alba dei tempi che cerchiamo di raggiungere l’orizzonte e fu questa molla verso l’impossibile a innescare il progresso). La professoressa Branchesi è una Messi della scienza. Nostro compito è studiarne la parabola per preparare il campo ai milioni di Oriali cantati da Ligabue. Le donne e gli uomini meno baciati da madre natura che possono pur compiere percorsi straordinari innanzitutto per sé stessi, dando senso alla vita e ossigeno alla comunità. Il resto spetterà sempre all’individuo.
Oltre le condizioni generali, infatti, c’è qualcos’altro che negli ultimi anni è finito fuori moda: l’entusiasmo. Ci piace immaginare Marica Branchesi lanciare un umanissimo urlo di trionfo, tuffarsi fra le braccia dei colleghi al raggiungimento di un grande risultato, nei momenti in cui anni di immani sacrifici e inevitabili delusioni convergono nella meraviglia del successo. L’istante in cui ‘vide’ le due stelle collidere. È solo una nostra fantasia, ma ci piace pensare alla gioia e commozione di chi sente di aver dato uno scopo alla propria esistenza. Immaginiamolo, assaporiamolo, parliamone ai nostri figli, ai nostri allievi, ai nostri colleghi più giovani. Scegliamo di vivere appieno, non di sopravvivere. Scegliamoci maestri e mentori e lasciamo andare per la loro strada buffoni ed egoisti. Scegliamo il bello della vita.
di Fulvio GiulianiLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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