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Se il bisturi estetico diventa alla portata

Il business della chirurgia estetica si è evoluto, permettendo interventi veloci e a costi più accessibili rispetto al passato.
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Se il bisturi estetico diventa alla portata

Il business della chirurgia estetica si è evoluto, permettendo interventi veloci e a costi più accessibili rispetto al passato.
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Se il bisturi estetico diventa alla portata

Il business della chirurgia estetica si è evoluto, permettendo interventi veloci e a costi più accessibili rispetto al passato.
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Il business della chirurgia estetica si è evoluto, permettendo interventi veloci e a costi più accessibili rispetto al passato.
Avanti popolo, al ritocco. Un articolo del quotidiano “Le Figaro” ha raccontato come Oltralpe la chirurgia estetica sia diventata popolare. Sono finiti i tempi in cui un intervento era riservato ai più ricchi. Stando al giornale, ogni anno in Francia vengono infatti eseguiti in campo estetico più di 320mila interventi di chirurgia e 420mila interventi di medicina. La principale ragione di questo populismo rifattista par dovuta al progresso tecnico compiuto negli anni dalla medicina estetica. Una disciplina che copre varie tecniche, volte a correggere gli effetti dell’invecchiamento cutaneo (rughe, perdita di volume, macchie etc.). Iniezioni di acido ialuronico, botox, peeling e altro permettono interventi veloci e a costi più accessibili che in passato. Se dalla medicina estetica si passa alla chirurgia, vediamo che pure questo campo si è molto evoluto nelle tecniche, considerate adesso meno traumatiche. Oltre a questi fattori, nella bellezza rifatta a uso del popolo si ritrovano poi i modelli culturali e lo star system da imitare. Un mutamento epocale che porta oggi un operaio a preoccuparsi delle sue rughe e non solo del salario e della famiglia. Saranno questi tempi fluidi ma un “Mimì metallurgico ferito nell’onore” (film di Lina Wertmüller con Giancarlo Giannini protagonista) nel popolo del 2022 non si trova quasi più: «Ma Rosalia… ma che minchia di tradimento jè? Con uno che fa o’ finanziere, che ave cinque figghi, dentro la cabina di una gru e che si chiama pure Amilcare…». Ma senza ritocchi. di Aldo Smilzo

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