Monopattini, zero emissioni e mille imprecazioni
Nel 2025 i monopattini elettrici sono ormai entrati a pieno titolo nella mobilità urbana europea. Ma quali sono le differenze tra i vari Paesi europei?

Monopattini, zero emissioni e mille imprecazioni
Nel 2025 i monopattini elettrici sono ormai entrati a pieno titolo nella mobilità urbana europea. Ma quali sono le differenze tra i vari Paesi europei?
Monopattini, zero emissioni e mille imprecazioni
Nel 2025 i monopattini elettrici sono ormai entrati a pieno titolo nella mobilità urbana europea. Ma quali sono le differenze tra i vari Paesi europei?
Nel 2025 i monopattini elettrici sono ormai entrati a pieno titolo nella mobilità urbana europea. Quello che un tempo era considerato un mezzo di trasporto ‘leggero’, se non un semplice gadget, oggi è diventato un veicolo soggetto a regole sempre più stringenti. Da Parigi a Madrid, da Amsterdam a Roma, ogni città sta definendo un proprio equilibrio tra sicurezza, sostenibilità e ordine urbano. Ma quali sono le differenze tra i vari Paesi europei?
In Italia l’estate di quest’anno ha segnato un passaggio cruciale per la regolamentazione dei monopattini elettrici. Con il decreto firmato il 27 giugno scorso, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso obbligatoria la targa identificativa anche per i mezzi privati, adeguando il Codice della strada alle nuove esigenze di sicurezza urbana. Norme che affiancano quelle già in vigore e che prevedono l’obbligatorietà del casco e della responsabilità civile auto, il divieto di circolazione su marciapiedi, strade extraurbane e aree pedonali, l’età minima di 14 anni per mettersi alla guida. Tuttavia, nonostante il quadro normativo sia definito, l’attuazione concreta procede a rilento. In molte città italiane si segnalano ancora monopattini non targati, parcheggi selvaggi e controlli sporadici.
Se l’Italia punta sulla regolamentazione, la Francia ha scelto un approccio più drastico. Dal settembre 2023 Parigi ha vietato completamente i monopattini elettrici in sharing, a seguito di un referendum cittadino che ha visto i parigini esprimersi nettamente contro questo tipo di mobilità. La decisione è stata motivata da preoccupazioni legate a sicurezza, disordine urbano e problemi di convivenza con i pedoni, soprattutto nelle zone centrali e turistiche. Restano consentiti solo i monopattini privati, ma anch’essi devono rispettare regole severe: velocità massima di 25 km/h, divieto di circolare sui marciapiedi e obbligo del casco per i minori.
Sulla stessa linea di Parigi si è mossa Madrid, che ha annunciato la revoca delle licenze ai tre operatori di sharing (Dott, Lime e Tier Mobility) a partire da ottobre dello scorso anno, con circa 6mila monopattini ritirati dalle strade. Anche in questo caso i motivi del divieto sono simili a quelli di Parigi: pericolosità dei mezzi, parcheggi disordinati e intralcio al passaggio dei pedoni, soprattutto per le persone anziane. Inoltre le aziende non avrebbero rispettato gli accordi iniziali, come l’integrazione di funzionalità tecnologiche per prevenire l’abbandono irregolare dei mezzi.
Diversa la situazione nei Paesi Bassi, dove fino al 2025 i monopattini elettrici erano vietati. Dal luglio di quest’anno ad Amsterdam è stata infatti approvata la loro legalizzazione, a condizione che siano omologati, assicurati e targati. È richiesto il possesso di una patente specifica, l’età minima è fissata a 16 anni e l’utilizzo del casco è obbligatorio per tutti e non soltanto per i minorenni. Un approccio che punta su sicurezza e responsabilità individuale, ma che apre le porte a una mobilità più moderna e controllata, non senza polemiche e sfide.
Quello che emerge è che non esiste ancora un modello unico europeo: ogni Paese (e spesso ogni città) sperimenta soluzioni diverse per affrontare lo stesso problema. Ma una cosa è certa: il tempo della micromobilità selvaggia è finito. I monopattini non sono più soltanto simboli di modernità ma strumenti che richiedono regole, controlli e senso civico. Componenti indispensabili per operare un vero cambiamento.
di Stefano Faina e Silvio Napolitano
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- Tag: società
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