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Nessuno è disposto a utilizzare tecnologie che non siano comode

Dopo il Metaverso, il Web3 è un’alternativa in cui gli utenti saranno in grado di trarre profitto direttamente dai loro contenuti. Ma per ogni persona che parla di rivoluzione online c’è qualcuno che pensa non ci sia nulla di rivoluzionario.
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Nessuno è disposto a utilizzare tecnologie che non siano comode

Dopo il Metaverso, il Web3 è un’alternativa in cui gli utenti saranno in grado di trarre profitto direttamente dai loro contenuti. Ma per ogni persona che parla di rivoluzione online c’è qualcuno che pensa non ci sia nulla di rivoluzionario.
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Nessuno è disposto a utilizzare tecnologie che non siano comode

Dopo il Metaverso, il Web3 è un’alternativa in cui gli utenti saranno in grado di trarre profitto direttamente dai loro contenuti. Ma per ogni persona che parla di rivoluzione online c’è qualcuno che pensa non ci sia nulla di rivoluzionario.
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Dopo il Metaverso, il Web3 è un’alternativa in cui gli utenti saranno in grado di trarre profitto direttamente dai loro contenuti. Ma per ogni persona che parla di rivoluzione online c’è qualcuno che pensa non ci sia nulla di rivoluzionario.
Il Metaverso così tanto promosso e celebrato da Mark Zuckerberg dovrebbe consistere in una sorta di mondo virtuale al quale si accede indossando occhialoni (i visori Vr) e nel quale è possibile realizzare operazioni che fisicamente sarebbero impossibili. Se il Metaverso è nella visione di Facebook il futuro di Internet, il Web3 è un’altra visione alternativa in cui i ‘normali’ utenti saranno in grado di trarre direttamente profitto dai loro contenuti tramite blockchain e criptovalute, piuttosto che dare questo valore ai colossi di Internet., I critici del Metaverso sottolineano che abbiamo già provato questa tecnologia, con il boom della realtà virtuale degli anni Novanta e realtà come “Second Life” nei primi anni Duemila; i critici di Web3 come Dorsey (fondatore ed ex ceo di Twitter) sostengono invece che nulla sarà reso più democratico ma che semplicemente il potere si sposterà da operatori esistenti – come Facebook – a fondi di venture capital come Andreessen Horowitz. Insomma, a qualcuno che parla di rivoluzione nel mondo online risponde sempre qualcun altro obiettando che di rivoluzionario non vi sarà proprio nulla. Elon Musk, che ormai non ha bisogno di presentazioni, ci stupisce oltrepassando le barriere del politicamente corretto. In una sua recente intervista, il ceo di SpaceX e Tesla ha affermato di non vedere un utilizzo convincente per il Metaverso e ha sbeffeggiato il Web3, definendolo più marketing che realtà. Musk ha ammesso che potrebbe essere semplicemente «troppo vecchio» per capire queste nuove tecnologie (per fortuna non siamo gli unici a pensare di essere troppo vecchi per capire le cose). «Potrei essere come una di quelle persone che liquidavano Internet nel 1995 come una moda passeggera» ha aggiunto, per poi parlare di Metaverso in questi termini: «Certo, puoi metterti una tv sul naso (…) ma non vedo nessuno che si leghi un fottuto schermo in faccia tutto il giorno e non gli venga voglia di andarsene». Personalmente penso che Musk, anche se in modo colorito, abbia espresso un concetto intelligente: puoi avere tutta la tecnologia del mondo che fa le cose più belle ma se è scomoda o brutta nell’utilizzo, non la utilizzerà nessuno. Less is more, diceva l’architetto e designer tedesco Ludwig Mies van der Rohe. Ecco, forse Zuckerberg e compagnia dovrebbero prendere spunto da questa frase, almeno in questa fase storica. di Rudy Bandiera

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