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Non è un Paese per… figli

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Per la prima volta i single sono più delle coppie con figli, sposate o conviventi (33% contro 31,2%). Un trend che non accenna ad arrestarsi.

Non è un Paese per… figli

Per la prima volta i single sono più delle coppie con figli, sposate o conviventi (33% contro 31,2%). Un trend che non accenna ad arrestarsi.
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Non è un Paese per… figli

Per la prima volta i single sono più delle coppie con figli, sposate o conviventi (33% contro 31,2%). Un trend che non accenna ad arrestarsi.
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Nulla di nuovo. Purtroppo. Rileggiamolo alcuni degli ultimi dati Istat, le famose ‘fotografie’ dell’Italia e degli italiani. Un Paese con ampie fasce di disagio, se non di vera e propria sofferenza, ma anche un Paese che ha scelto delle precise scale di priorità e valori. Tutto ruota intorno alla sacrosanta ricerca di un posto per se stessi – inteso come singola persona – in una società che cambia tumultuosamente e non risponde più alle domande di futuro dei ragazzi. Così, il single è lo status più comune e ovvio, in attesa di ‘sistemarsi’ e pensare a altro. Per la prima volta, i single sono più delle coppie con figli, sposate o conviventi che siano. 33%, contro 31.2% e il trend è a crescere. Il fenomeno sarà sempre più accentuato, insomma, a meno di un’improbabile inversione di tendenza. Del resto, le mamme e i papà di gran parte di quei single li bombardano con la retorica del ‘non c’è lavoro, non c’è opportunità, starete peggio di noi’, etc. Per quale arcano motivo si dovrebbe scommettere su se stessi, anche mettendo su l’investimento più impegnativo e sconvolgente della vita che sono i figli?! Siamo oltre l’essere fuori moda, ormai il tema è cancellato e sopravvive in qualche modo solo grazie agli istinti naturali e all’antica voglia di provarci ad avere un pupo che coglie sempre più spesso verso i quarant’anni o oltre. Non lo diciamo noi, è sempre l’Istat: da un anno all’altro la popolazione in Italia è calata di 658 mila unità, le nascite sono in costante calo dal 2008. Con una specifica: il crollo delle nascite è accentuato tra le donne con meno di 30 anni. Lo so, lo so: il lavoro, l’incertezza. Tutto vero, ma perché nessuno ricorda mai una certezza deprimente? Saremo presto un Paese vecchio, solo di anziani e di problemi di anziani. Il trend – sempre lui – è spaventoso, si può dire o è vietato perché i single trentenni si offendono e si sentono criticati? Ultima annotazione: stanotte ho dormito tutto storto e con i piedini di mio figlio ficcati nella schiena. Sopravviverò alla prova e non cambierei questa notte con una di quei cinquantenni un po’ patetici perennemente single e alla caccia di una gioventù che fugge via. Di Fulvio Giuliani

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