app-menu Social mobile

Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app
futuro-2025

Non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

Dobbiamo metterci in capo che l’ipocrisia ci porta un danno: non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

|

Non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

Dobbiamo metterci in capo che l’ipocrisia ci porta un danno: non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

|

Non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

Dobbiamo metterci in capo che l’ipocrisia ci porta un danno: non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

|
|

Dobbiamo metterci in capo che l’ipocrisia ci porta un danno: non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro

In queste ore piovono auguri, per lo più digitali, in linea con i tempi. Sempre graditi, benché spesso basati sul rapporto personale, anche quando spersonalizzati. Ma cosa auguriamo a noi stessi, come singoli e come collettività? Si augura il meglio alle persone, ma non si crede che ci attenda il meglio come società. Il futuro s’è incupito e in giro per l’Occidente democratico crescono forze che sperano di recuperare un passato mai esistito, piuttosto che costruire un futuro ancora da immaginare. Il tempo più bello non è mai il passato ed è sempre il futuro.

Fabiola Gianotti, la fisica italiana che per due mandati ha guidato il Cern di Ginevra, ci ha ricordato (in una intervista al “Corriere della Sera”) che conosciamo appena il 5% della realtà, della materia, dell’energia in cui siamo immersi. Il futuro è l’entusiasmante tempo in cui si deve andare alla scoperta del 95%. Chi si avventurò nell’esplorazione di terre e rotte sconosciute, rischiando la vita, non sapeva cosa ce ne saremmo fatti, ma sapeva che capire e scoprire è nella natura umana ed è quello che rende affascinante il futuro. Quelle scoperte portarono anche molta ricchezza, come la porteranno le esplorazioni che facciamo adesso.

Gianotti ha sottolineato anche un’altra cosa: il Cern è un’eccellenza mondiale, che gli europei vollero negli anni Cinquanta. Allora non fu soltanto un costo, ma anche una speranza di riscatto dai tanti danni che si erano fatti. Oggi è una realtà, restando una speranza. Si deve agire guardando al futuro, altrimenti si resta inerti.

Possediamo la tecnologia per la fusione nucleare, dobbiamo agguantare quella per lo sfruttamento civile di questa promessa d’energia illimitata e senza danni ambientali. Non si tratta di aspettare, ma di ricercare e innovare. Per farlo abbiamo bisogno di formazione ad alto livello e di libertà in tandem con la competizione, che sono gli strumenti per scavare le miniere della ricchezza. L’intelligenza artificiale non è una minaccia aliena, ma un potente strumento di calcolo. Non se ne deve coltivare la paura, ma sfruttarne l’opportunità. La minaccia non viene dalla sua potenza, ma dal ritardo nell’accompagnarla con regole di mercato.

Per capirlo basterà guardare al mondo dei social media, che utilizzano tecnologia matura ma convivono con l’immaturità che ne consente la proprietà in poche mani e a quelle concede di corrompere le democrazie in nome della libertà. Lo sapevamo per la stampa, la radio e la televisione; sembriamo non capirlo per il mondo digitale.

Certo che si devono affrontare problemi enormi, che non mancheranno mai. Ma anche in quelli si devono cogliere le opportunità: dobbiamo spendere di più per difenderci, perché la malvagità non è stata e non sarà espulsa dalla storia e l’aggressione armata è alla nostra frontiera. Ma non si deve viverlo né solo come un obbligo odioso (è normale) né come induzione a sottomettersi ai violenti per ripudiare la violenza: si deve farne occasione di crescita e collaborazione, con l’integrazione europea della difesa e del debito necessario ad alimentarla. Ne usciremo più ricchi, più sicuri e con nuove tecnologie che renderanno migliore la vita pacifica.

La transizione alle produzioni e ai consumi ambientalmente meno costosi (perché la distruzione ambientale è un costo collettivo) non è una fissazione burocratica, ma la sfida a non perdere lo sviluppo. In Cina si vendono più vetture elettriche che tradizionali, non sarà proteggendo il passato che difenderemo il nostro futuro.

Dobbiamo metterci in capo che l’ipocrisia ci porta un danno. Il far finta che sia la leggina a cambiare la realtà. Le opposizioni lamentano quel che alla maggioranza duole non avere potuto fare: avere più soldi per la natalità. Ma non servono a niente, sono una scusa con noi stessi, i figli non si fanno per i bonus ma per esserci in futuro. Se lo si tinge di scuro meglio consumare il presente. E questo no, non è augurabile.

I migliori auguri a noi tutti, sapendo che quel “noi” va oltre gli affini e i confini.

Di Davide Giacalone

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Perché i dittatori piacciono tanto a prof e giornalisti

03 Gennaio 2025
Perché tanti editorialisti, commentatori e maître à penser mostrano di amare senza ritegno ditta…

SOS sanità: al pronto soccorso di Vigevano arrivano i braccialetti anti-aggressioni

03 Gennaio 2025
Personale medico sanitario sotto attacco nei pronto soccorso: a Vigevano arrivano i braccialetti…

A Milano si potrà essere sepolti accanto ai propri animali domestici

03 Gennaio 2025
Cani, gatti ma anche pesci, uccelli, tartarughe etc. A Milano gli animali domestici d’ora in poi…

Jocelyn Wildenstein, la donna che voleva assomigliare a un gatto – IL VIDEO

02 Gennaio 2025
È morta all’età di 84 anni Jocelyn Wildenstein, la donna che voleva assomigliare a un gatto. “Ca…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI