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Nuovo propellente per la ripartenza

L’Erp (European Recovery Program) deliberato dagli Stati Uniti nel 1947 sta all’Europa come oggi lo stesso Pnrr sta all’Italia. È una proporzione che non cela nessuna incognita.
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L’Erp (European Recovery Program) deliberato dagli Stati Uniti nel 1947 sta all’Europa come oggi lo stesso Pnrr sta all’Italia. È una proporzione che non cela nessuna incognita.
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L’Erp (European Recovery Program) deliberato dagli Stati Uniti nel 1947 sta all’Europa come oggi lo stesso Pnrr sta all’Italia. È una proporzione che non cela nessuna incognita.
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L’Erp (European Recovery Program) deliberato dagli Stati Uniti nel 1947 sta all’Europa come oggi lo stesso Pnrr sta all’Italia. È una proporzione che non cela nessuna incognita.
L’Erp (European Recovery Program) deliberato dagli Stati Uniti nel 1947 sta all’Europa come, oggi, lo stesso Pnrr sta all’Italia. È una proporzione che non cela nessuna incognita, anzi sottolinea una dovuta uguaglianza: l’occasione di riprendere un percorso di crescita economica. Il nostro Paese dunque è chiamato a una nuova, per fortuna meno gravosa, opera di ricostruzione post pandemia. Le risorse in dote sono in totale gli 806,9 miliardi del Next Generation Eu da erogare sul territorio europeo; per noi italiani vuol dire 191,5 miliardi, di cui 68,9 in sovvenzioni e 122,6 in prestiti. Alcuni giorni fa il presidente Mario Draghi si è rivolto ai sindaci dicendo: «Il successo del Pnrr è nelle vostre mani». La frase ha confermato quanto i sindaci auspicano da tempo e, al contempo, temono: ovvero gestire il denaro in arrivo con un finanziamento diretto, riducendo al minimo i passaggi burocratici. Va sicuramente snellita la burocrazia che si rivela un’autentica odissea ma, allo stesso tempo, questa serve a vigilare con dovizia di causa affinché tutto finisca nel posto giusto, così evitando il rischio di malversazioni. Entro maggio dell’anno prossimo arriveranno circa 40 miliardi. Serviranno ad aprire i cantieri entro dicembre 2023 e a realizzare le opere entro il 2026 (questo l’impegno che il nostro Paese ha preso con l’Europa). Al fine di accelerare i tempi e aggirare le normali procedure amministrative, alcuni sindaci hanno però richiesto l’assunzione temporanea di mille esperti per la gestione delle procedure stesse e ciò fino all’attuazione del Pnrr. A oggi non si conoscono i criteri della loro assunzione e si teme diventino come i ‘navigator’ del reddito di cittadinanza, cioè pagati per non far nulla. Altri sindaci ricordano invece il flop del concorsone per 2.800 tecnici per il Sud, annunciato dal Ministero per la Pubblica amministrazione. Anch’esso, proprio a detta dei candidati, è destinato a riempire gli uffici di individui senza la benché minima esperienza amministrativa. Esistono società private molto esperte in questo settore. Con esse i Comuni necessitati stipulino in fretta accordi per l’impiego di validi professionisti, competenti nei campi della burocrazia amministrativa e, in quanto tali, perfettamente in grado di portare ad attuazione le incombenze tecniche relative all’erogazione dei fondi del Pnrr. Con il personale già a loro disposizione, i sindaci devono solo accompagnarli con delibere e il necessario appoggio logistico. Bisogna spendere bene e spendere tutto. L’importante è conoscere le regole del gioco. E giocare bene, rispettandole in pieno.   di Matteo Grossi

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